Una forma di politica socio-assistenziale che, in un periodo di crisi e di difficoltà occupazionale, può avere effetti positivi anche in virtù del fatto che il “problema abitativo” è una delle voci di spesa che maggiormente preoccupa le famiglie meno abbienti, o che vivono al limite della povertà, in particolar modo nel Meridione. In tal senso il Comune di Bari conferma la sua vocazione di comune virtuoso ed ha annunciato in questi giorni un importante intervento finalizzato a tamponare l’emergenza abitativa che affligge il territorio. E’ stato infatti previsto lo sblocco dei fondi destinati al contributo alloggiativo, un aiuto economico che il Comune mette a disposizione delle famiglie con reddito inferiore ai 14 mila euro per poter pagare le spese dell’affitto.
Le procedure per distribuire i fondi saranno attivate a partire da metà luglio e verranno gestite dalla Tesoreria comunale che, da quest’anno, è l’istituto bancario dell’Unicredit. Un intervento di tale importanza non poteva che essere accolto positivamente da tante famiglie e, infatti, i dati mostrano un elevato numero di domande di accesso ai fondi pervenute: ben 4676 famiglie.
Tra queste famiglie, circa 4 mila hanno i requisiti per accedere al contributo alloggiativo, mentre le altre sono state escluse. La capienza del fondo dedicato al contributo alloggiativo è di un milione e 750 mila euro. Di questa somma complessiva, un milione e 200 mila euro è stato corrisposto dalla Regione Puglia, mentre la restante parte di 300 mila euro è stata fornita dal Comune. Altri 250 mila euro derivano, invece, dalla premialità che il Comune di Bari ha ricevuto dal Ministero in quanto amministrazione virtuosa.
Tali 250 mila euro, in un primo momento, sembrava dovessero essere adoperati per aiutare le famiglie che hanno ricevuto lo sfratto per morosità incolpevole ma, poi, si è deciso di destinarli al fondo al fine di renderlo maggiormente capiente anche alla luce del fatto che in presenza di sfratto per morosità incolpevole è possibile accedere ai fondi ministeriali appositamente creati. Si tratta, dunque, di un primo intervento “tampone” a fronte di un’emergenza abitativa dai caratteri molto seri che dovrà essere affrontata con particolare attenzione: un primo aiuto come questo, però, non può che essere considerato positivamente.