quando penso a come siamo riusciti con la scienza a trovare la soluzione di pagine nascoste fra gli angoli di questo universo, mi domando perchè il nostro cervello non abbia ancora elaborato una teoria sui regali di compleanno. a meno di barare e chiedere – con buon senso – quale sia il desiderio da esaudire, sono davvero troppi gli intoppi in cui ogni volta rischia di capitolare un dono preparato nel breve tempo che ha separato l’acquisto dalla consegna. la fioritura di vetrine colorate dove convivono fino a chiusura occhiali da sole intermittenti, baffi da messicano e gelatine gommose a forma di pinguino sono la dimostrazione che quando è troppo tardi l’istinto di sopravvivenza ci spinge verso la strada sbalgiata; all’ottava riga del mio sfogo qualcuno avrà capito che odio i negozi di robaccia.
poi ho trovato il video di sotto che mi ha convinto, è possibile regalare un robot danzante con cui sperimentare movimenti più liquidi in barba alla meccanicità dei passi da discoteca; i più bisognosi potranno anche condividere momenti di solitudine. ma la cosa che più si avvicina ad un robot danzante costa ventisette dollari su amazon ma oltre ad essere un evidente bidone, non ha gli occhi a mandorla.
la verità è che la maggiorparte delle volte non ho idee di cosa diavolo manchi in quella stanza che ogni studente universitario ama definire una singola ma in realtà è più vicina alla descrizione di un deposito merci COSCO. dopo anni di regali inutili, donati e ricevuti, il libro rimane l’unico faro di riferimento nell’aperto mare degli anniversari, delle ricorrenze.
bè ora godetevi il video di Sean Pecknold, bisogna comunque fare pratica.