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Basket in carrozzina: rissa senza precedenti

Creato il 13 dicembre 2012 da Postpopuli @PostPopuli

di Claudia Boddi

È successo in Turchia, a Istanbul, durante il derby tra Galatasaray e Besiktas, nel campionato di basket in carrozzina: alcuni teppisti sono entrati in campo e hanno dato vita a una violentissima rissa, distruggendo insieme al resto, anche le sedie a rotelle dei cestisti disabili. “Lo sport è ufficialmente morto in questo paese” ha chiosato l’allenatore del Galatasaray a margine dell’accaduto.

 

Basket in carrozzina – ilcorrieredabruzzo.it

BASKET IN CARROZZINA: RISSA SENZA PRECEDENTI

E come non essere d’accordo con questo commento, dopo aver appurato che il tifo violento non risparmia nemmeno la disabilità. Gli appassionati di calcio non potranno fare a meno di pensare alla rivalità che anima le due società in questione, alle prese con rapporti sempre a rischio esplosione, spesso esacerbati anche dalla competizione accesa con il Fenerbache – altra squadra turca nota per i suoi ultras – ma a tutto dovrebbe essere posto un limite. Invece, domenica 8 dicembre 2012, dopo cori offensivi all’indirizzo degli avversari, i contestatori sono passati alle vie di fatto, avventandosi contro persone e cose, fino alla discesa in campo e all’aggressione diretta degli atleti e dei loro ausili alla deambulazione. La polizia è intervenuta con gas lacrimogeni per disperdere i facinorosi, interrompendo il match a sei minuti dalla fine.

A questo punto viene da chiedersi fin dove potrà arrivare in futuro l’incivilità dell’essere umano che in un attimo può perdere il controllo di sé fino ad agire comportamenti dannosi per la comunità che lo ospita. Il fenomeno si amplifica quando, esaltati dalla foga agonistica, i tifosi si trovano nella sicurezza di un gruppo che garantisce loro – almeno idealmente – forza e protezione. Da supporters entusiasti per le gesta della squadra del cuore alla violenza, il passaggio è tanto immediato quanto repentino. Accade in maniera incontrollabile, amplificata dalla dimensione collettiva nella quale il tifo da stadio si manifesta. Perdita di controllo si aggiunge a perdita di controllo, in un crescente aumento di rabbia reciproca che si trasferisce quasi per osmosi da uno ad un altro per poi sfociare in atti criminali rivolti contro persone o cose.

Un comportamento deprecabile, sempre. La violenza è un reato, qualsiasi aspetto essa assuma e come tale deve essere trattato. Ma se è possibile pensare a una forma peggiore di violenza, fuori dal valore assoluto che essa stessa incarna, allora quella è la forgia che ha assunto l’altro giorno in Turchia, dove vittime degli attaccabrighe di turno sono stati gli atleti disabili delle due squadre in campo. Personalmente, credo che sia veramente difficile, per non dire impossibile, riuscire anche solo ad avvicinarsi alla comprensione di che cosa significhi essere colpito da una disabilità fisica. Con un grosso sforzo di immaginazione proviamo a realizzare cosa significherebbe non poter andare ora verso la credenza della nostra cucina a prendere un bicchiere per bere, privati della totale autonomia fisica e di movimento, costantemente dipendenti da qualcun altro che si sostituisca a noi per svolgere le più normali azioni quotidiane. Lontani da qualsiasi approccio pietistico, rimane pur sempre vero che l’attenzione e il rispetto, in questi casi, debbano essere maggiori.

Da molti considerato zona franca per il “cessate le armi” di dissidi o lotte senza un cielo, in Turchia “lo sport può considerarsi ufficialmente morto” , dopo quest’episodio di violenza inaudita tra Galatasaray e Besiktas. Che la civiltà tutta sia destinata alla stessa triste sorte?


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