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Basket: intervista doppia ad Alice Quarta e Alessandra Visconti

Creato il 15 settembre 2014 da Sportduepuntozero

basket - alice quarta - alessandra viscontiBelle, brave e colte. Così si potrebbero descrivere Alice Quarta e Alessandra Visconti, le due atlete torinesi che, dal 18 al 22 settembre, rappresenteranno l’Italia ai Mondiali Universitari di Basket 3×3 a Salvador, Bahia in Brasile. E così, proprio mentre il conto alla rovescia per il 2015 si avvicina  al termine e la corona di capitale europea dello sport è pronta, il capoluogo piemontese si tinge nuovamente d’azzurro e genera atleti degni di partecipare a competizioni mondiali. Ma, come accennato nell’incipit, Alice e Alessandra non sono solo due fortissime cestiste: una è una neo dottoressa e l’altra lo sarà a breve. Una cosa da poco? Assolutamente no, perchè purtroppo non siamo negli Stati Uniti, dove offrono borse di studio per giocare nella squadra del College e l’università è impostata in maniera tale da dare la possibilità all’atleta di studiare e allenarsi in egual misura. Nel nostro paese, se si gioca a livello professionistico, riuscire a stare al passo con le lezioni e con gli esami è una cosa estremamente difficile e comporta tante rinunce e fatiche. Alice e Alessandra lo sanno bene, ma non per questo si sono lasciate intimorire e non hanno abbandonato la  loro grande passione; adesso sono pronte a indossare la maglia azzurra e a dimostrare il loro talento.

Conosciamo meglio le nostre atlete… mettendole anche a confronto.

 

Nome, cognome, età e ruolo

A.Q.: Alice Quarta, 23, Guardia/Ala

A.V.:Alessandra Visconti, 27, Ala/Pivot

 

La tua attuale squadra

A.Q.: Pallacanestro Torino

A.V.: aLmore Genova

 

Università, facoltà e anno di corso

A.Q.: Università degli Studi di Torino, Scienze dell’Educazione. Ho terminato gli esami, mi laureo a novembre!

A.V.: Università degli studi di Torino. In realtà son già laureata in Psicologia. Ho finito i 5 anni a marzo e, in un certo senso, son contenta che la laurea non sia andata in porto ad ottobre 2013, altrimenti non avrei potuto partecipare ai mondiali!

 

Come concili lo studio e il basket?

A.Q.: In una sola parola: sacrificio. Lo sforzo e il lavoro sono necessari per raggiungere i propri obiettivi, nel basket, nello studio e nella vita in generale.

A.V.: Tanti sacrifici, tanta buona volontà e… zero frequenza! Io la chiamo “laurea fai da te”, penso di essere andata a lezione due volte in 5 anni ma, nonostante tutto, ce l’ho fatta in tempi abbastanza brevi. Ora faccio la bacchettona, ma sono il classico esempio del “volere è potere”.

 

Cosa significa per te rappresentare l’Italia in questa manifestazione?

A.Q.: Credo che indossare la maglia della nazionale e rappresentare il proprio Paese sia la massima aspirazione per qualunque atleta, di qualsiasi sport. In Nazionale si respira un clima diverso, si vivono emozioni uniche. Sinceramente non sono ancora riuscita a realizzare veramente che giocheremo un mondiale in Brasile; è un sogno!!

A.V.: Significa tornare a provare l’emozione di indossare una maglia azzurra con scritto Italia sopra dopo molti anni. Mi mancava quella sensazione e mi mancava poter rappresentare il nostro paese in una competizione ufficiale. Il mondiale è… davvero oltre le aspettative!

 

La prima reazione quando hai saputo della tua convocazione ai mondiali

A.Q.: Non ci crederete…ma ho scritto subito a Visconti!

A.V.: Pensavo fosse uno scherzo! E tutt’ora non ci credo… finchè non sono sull’aereo, credo che non ci crederò!

 

Cosa hai pensato della convocazione dell’altra?

A.Q.: Sono sinceramente felice!! Non ho mai giocato con Ale, pur essendo entrambe torinesi. Spero solo ci sia più sintonia di quanta ne abbiamo avuta quest’estate sui campi da beach volley!

A.V.: “Oh Quarta, fattelo un mondiale!”

 

Chi vince se fate 1vs1?

A.Q.: Se mi trovo da sola con Visconti, è per uno Spritz!

A.V.: Ma ovviamente io! Le schiaccio in testa!

 

Chi, invece, ha la media più alta nel libretto?

A.Q.: Visconti la laurea l’ha comprata!

A.V.: Vista la mia filosofia “dell’accetto anche i 17”, suppongo lei!

 

Siete entrambe 2 belle ragazze… ma chi avrà più pretendenti in Brasile?

A.Q.: Saremo concentrate SOLO sulla pallacanestro! (ride n.d.r.)

A.V.: Lei sicuramente! Con quegli occhioni di ghiaccio, in america latina farà stragi… le fa anche in Italia!

 

La tua dote cestistica e umana migliore

A.Q.:  Per quanto riguarda la dote umana, sicuramente l’umiltà. Per ciò che riguarda il basket, non ho una dote in particolare…so fare tutto molto bene! (ride, n.d.r.).

A.V.: Credo possa essere la stessa in entrambi i campi: sono adattabile. Non mi spaventano i cambiamenti anzi, li cerco ogni volta per migliorare me stessa e mettermi in gioco. Nella vita, chi mi conosce lo sa, non mi son mai fermata e in campo sono una “lunga atipica”: posso giocare sotto canestro come tirare da 3.

 

La dote cestistica e umana che invidiate all’altra

A.Q.: Il suo look sportivo soprattutto! A parte gli scherzi, mi piacciono moltissimo i suoi movimenti spalle a canestro e il suo tiro. Dal punto di vista umano apprezzo tanto la sua solarità!

A.V.: La dote cestistica è assolutamente il rubar palla a metà campo sul palleggiatore: mi gasa troppo!!! Umana: sappiamo dell’esistenza dell’altra da quando siamo nate, ma (come dice lei) ci siamo iniziate a frequentare solo da quest’estate. Credo sia una persona molto dolce!

 

Il tuo difetto cestistico e umano peggiore

A.Q.: Non usare la mano sinistra nemmeno per pettinarsi è un difetto? Sono troppo pignola.

A.V.: Fino a qualche anno fa il mio peggior difetto era vedermi tutti i difetti del mondo. Ora, dopo essere diventata psicologa e dopo un po’ di esperienza… difetti? Non la conosco questa parola!

 

Torino, i torinesi e il basket: cosa ne pensi?

A.Q.: Ho avuto la fortuna di girare molto, ma per Torino provo un amore particolare. Negli ultimi anni, grazie soprattutto alla realtà PMS, la gente sta tornando ad appassionarsi al basket, anche a quello femminile. Credo che ci siano i presupposti per far tornare la nostra città tra le più prestigiose dal punto di vista cestistico.

A.V.: Torino è una città stupenda. L’ho apprezzata solo quando me ne sono andata ed ha una storia cestistica fantastica. Si merita una massima serie e son convinta che ci arriverà a breve, ma penso che i torinesi, cestisticamente parlando, siano un po’ “chiusi”: per migliorarsi veramente dovrebbero mettere il naso fuori dal Piemonte e… rischiare un po’ di più.

 

Giocare insieme a Torino in serie A1: utopia o realtà?

A.Q.: Spero una realtà il prima possibile!

A.V.: Per quanto riguarda la serie non è più tanto un’utopia. Hanno dimostrato di potercela fare e quest’anno si sono rinforzate ancora di più (durante questa stagione, in ogni caso, non vinceranno perché siamo avversarie, ride n.d.r.).“Insieme, a Torino” implica un mio rientro a casa e, ora come ora.. è questa la vera utopia.

 

3 parole per descrivere l’esperienza che stai per vivere?

A.Q.:Sogno, Adrenalina, Determinazione.

A.V.: Uno splendido sogno.

 

Lo portiamo a casa questo mondiale?

A.Q.: Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta!!

A.V.: Ma che domande?! Ovvio!

 

Per saperne di più sulla seonda edizione dei Mondiali Universitari di Baket 3×3 visita il sito

http://fisu.net/en/2nd-WUC-3×3-Basketball-coming-up-3133.html?mbID=6032


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