Se si dovesse fare un’istantanea dei risultati dell’ultima giornata di campionato delle squadre di basket torinesi, uno dei più miti inverni di sempre apparirebbe gelido e scarno, costringendo l’osservatore a distogliere lo sguardo da un tale strazio.
Forse però, ciò che più addolora non sono le sconfitte in doppia (ma anche “tripla”, “quadrupla” e “quintupla”) cifra che questo nefasto fine gennaio ha portato in città, ma che siano state tutte e 4 le formazioni di più alto lignaggio torinesi a incassarle, indipendentemente da “classe sociale” (sia quelle di massima serie che le serie B), sesso (sia le maschili che la femminile) o religione (sia i fedeli PMS che i nuovi adepti Auxilium Cus).
Come nella migliore tradizione la malasorte non fa discriminazione di alcun genere e ciò che traspare a colpo d’occhio dall’analisi al microscopio del vetrino dell’ultimo fine settima non lascia una buona parola per nessuno.
Lo studio di un unico campione, però, fortunatamente, non permette di formulare giudizi ed è per questo che è necessario osservare i dati nel loro insieme e lasciarsi il prima possibile alle spalle ciò che si è visto nell’ultima giornata.
FIXI PIRAMIS TORINO

Domenica l’importante scontro contro Cagliari che, nonostante non navighi in buone acque, all’andata era riuscita ad intascare il risultato. Parola d’ordine: vendetta.
ALLMAG MONCALIERI

Sabato alle 20.30 Moncalieri diventerà teatro di una battaglia di fondamentale importanza: Mortara è a soli 2 punti di distanza e raggiungerla darebbe un po’ di ossigeno e speranza a tutti.
CUS TORINO

Sabato alla Panetti arriva Piacenza, quarta in classifica, e i pronostici certo non sono i più rosei, ma in questo caso, forse, vale davvero il detto “l’importante è giocare”.
MANITAL TORINO

Di quelle di domenica scorsa è la sconfitta meno grave a livello di numeri: -16 contro Venezia, squadra blasonata del campionato. Quel numero, però, esattamente come per le altre torinesi, non significa niente se non si osserva da più lontano; e se per le altre cambiare prospettiva un po’ aiutava a cercare conforto, nel caso di specie, l’amaro in bocca si intensifica ancor di più.
Il genitore sbaglia e sbaglierà sempre: troppe aspettative e ambizioni personali si affidano inconsciamente al figlio quando ancora non è tempo. Ma se dopo che il figlio prediletto viene accudito amorevolmente, giustificato per ogni capriccio e perdonato per tutti gli errori commessi scappa di casa senza dirti niente, il dolore e la rabbia prendono il sopravvento.
L’ultima partita questo figlio ha deluso tutti e quello di cui non si rende conto è che il tempo per tornare a casa e provare a rimediare ai passi falsi ingenuamente compiuti sta lentamente scadendo.
Domenica, anche se arrabbiati e addolorati, ci saranno tutti al PalaRuffini aspettando che l’erede torni a casa; perchè il genitore non potrà mai smettere di amare un figlio, neanche quando egli gli volta le spalle. E non ci sarà bisogno di una vittoria per farsi perdonare, ma solo di una dimostrazione di orgoglio e cuore in campo.
L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

Forse qualche anno fa in questo periodo i risultati erano migliori; in altri campionati, palazzetti e davanti a diversi protagonisti si sentivano più commenti positivi e plausi, piuttosto che le ire e i malumori di adesso. La differenza è che adesso, in uno degli inverni più miti di sempre, si respira il profumo di vera passione per la pallacanestro. Dalla serie B alla serie A, dal maschile al femminile, tra tanti dolori e qualche gioia, Torino vive e si nutre di basket.
“Amami quando lo merito meno, perchè sarà quando ne ho più bisogno” (Caio Valerio Catullo)
