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Basket: Torna a casa Figlio mio!

Creato il 02 febbraio 2016 da Sportduepuntozero

Se si dovesse fare un’istantanea dei risultati dell’ultima giornata di campionato delle squadre di basket torinesi, uno dei più miti inverni di sempre apparirebbe gelido e scarno, costringendo l’osservatore a distogliere lo sguardo da un tale strazio.

Forse però, ciò che più addolora non sono le sconfitte in doppia (ma anche “tripla”, “quadrupla” e “quintupla”) cifra che questo nefasto fine gennaio ha portato in città, ma che siano state tutte e 4 le formazioni di più alto lignaggio torinesi a incassarle, indipendentemente da “classe sociale” (sia quelle di massima serie che le serie B), sesso (sia le maschili che la femminile) o religione (sia i fedeli PMS che i nuovi adepti Auxilium Cus).

Come nella migliore tradizione la malasorte non fa discriminazione di alcun genere e ciò che traspare a colpo d’occhio dall’analisi al microscopio del vetrino dell’ultimo fine settima non lascia una buona parola per nessuno.

Lo studio di un unico campione, però, fortunatamente, non permette di formulare giudizi ed è per questo che è necessario osservare i dati nel loro insieme e lasciarsi il prima possibile alle spalle ciò che si è visto nell’ultima giornata.

FIXI PIRAMIS TORINO

basket- fixi piramis coen
“Ladies first”, non solo per galanteria, ma anche perchè, senza dubbio, la pallacanestro in rosa, tanto affascinante quanto incompresa e bistrattata, è l’unica che, in quel di Torino, marcia a ritmi regolari e offre qualche discreto risultato. La sconfitta dell’ultima giornata era legittima e preventivata e, seppur 26 punti non facciano piacere a nessuno, arrivava dopo una grandiosa vittoria casalinga (di ben 33 punti) fondamentale per la rincorsa alla salvezza. Le ragazze di coach Petrachi, da ultime arrivate, onorano la massima serie con una più che onesta nona posizione a soli 2 punti dalla zona playoff.

Domenica l’importante scontro contro Cagliari che, nonostante non navighi in buone acque, all’andata era riuscita ad intascare il risultato. Parola d’ordine: vendetta.

ALLMAG MONCALIERI

basket- pms allmag moncalieri
Che sarebbe stata una stagione di battaglie all’ultimo sangue per la sopravvivenza lo si sapeva sin dall’inizio e l’avventura di questa nuova formazione in un campionato competitivo come la serie B (terza categoria nazionale) si sta rivelando tale. Per i giovanissimi (tanto inesperti quanto talentuosi) ragazzi di coach Jacomuzzi, affiancati da alcuni navigati giocatori, le cose certamente non stanno andando benissimo. All’altissimo livello del girone si aggiunga la iella di qualche infortunio ad uno o più membri fondamentali e il risultato non può che essere la rovinosa sconfitta di domenica. Una rondine non fa primavera (tanto più se “la rondine” in questione giunge contro una formazione che mira apertamente alla promozione) e gli avventori del PalaEinaudi lo sanno bene. I gialloblù si giocano alla pari quasi tutti i match ma poi, forse per mancanza di esperienza, forse per mancanza di freddezza, non riescono ad intascare i 2 punti.

Sabato alle 20.30 Moncalieri diventerà teatro di una battaglia di fondamentale importanza: Mortara è a soli 2 punti di distanza e raggiungerla darebbe un po’ di ossigeno e speranza a tutti.

CUS TORINO

basket- cus 2
Discorso analogo vale per l’altra squadra di serie B torinese. Con una media di giocatori classe ’96 (e solo grazie al 25enne Maino che la alza), la formazione di coach Arioli affronta di settimana in settimana sfide non sempre alla portata. Tanto cuore e poca esperienza, come si suol dire, i giovani cussini vengono plasmati a suon di schiaffi. Due vittorie fondamentali, però, permettono al Centro Universitario Sportivo di non toccare il baratro della classifica (e anzi di distanziare di 4 punti l’ultima, Trecate) e di continuare il progetto giovani con un po’ di tranquillità.

Sabato alla Panetti arriva Piacenza, quarta in classifica, e i pronostici certo non sono i più rosei, ma in questo caso, forse, vale davvero il detto “l’importante è giocare”.

MANITAL TORINO

basket- manitalpanchina, squadra
Dulcis in fundo, il dolore più grande. Il primogenito, più amato e viziato, a cui si è dato tutto, sogni e speranze di un futuro migliore, scappa di casa e ti lascia solo a crogiolarti tra mille pensieri e preoccupazioni.

Di quelle di domenica scorsa è la sconfitta meno grave a livello di numeri: -16 contro Venezia, squadra blasonata del campionato. Quel numero, però, esattamente come per le altre torinesi, non significa niente se non si osserva da più lontano; e se per le altre cambiare prospettiva un po’ aiutava a cercare conforto, nel caso di specie, l’amaro in bocca si intensifica ancor di più.

Il genitore sbaglia e sbaglierà sempre: troppe aspettative e ambizioni personali si affidano inconsciamente al figlio quando ancora non è tempo. Ma se dopo che il figlio prediletto viene accudito amorevolmente, giustificato per ogni capriccio e perdonato per tutti gli errori commessi scappa di casa senza dirti niente, il dolore e la rabbia prendono il sopravvento.

L’ultima partita questo figlio ha deluso tutti e quello di cui non si rende conto è che il tempo per tornare a casa e provare a rimediare ai passi falsi ingenuamente compiuti sta lentamente scadendo.

Domenica, anche se arrabbiati e addolorati, ci saranno tutti al PalaRuffini aspettando che l’erede torni a casa; perchè il genitore non potrà mai smettere di amare un figlio, neanche quando egli gli volta le spalle. E non ci sarà bisogno di una vittoria per farsi perdonare, ma solo di una dimostrazione di orgoglio e cuore in campo.

L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

basket- palaruffini
L’ultimo fine settimana di gennaio, in apparenza, non ha dato una bella istantanea dei fiori all’occhiello della pallacanestro torinese. Ma se, solo per un momento, si allontana la fotografia di un paio di spanne dal viso abbattuto del povero osservatore forse qualcosa salta all’occhio ancora di più dei disastrosi risultati. La cosa che accomuna le 4 formazioni cittadine, infatti, più che l’ultima sconfitta incassata, è la presenza di tanti, tantissimi tifosi che con la loro voce, le loro mani e il loro cuore vivono in prima persona le emozioni di queste squadre, si struggono e gioiscono con loro.

Forse qualche anno fa in questo periodo i risultati erano migliori; in altri campionati, palazzetti e davanti a diversi protagonisti si sentivano più commenti positivi e plausi, piuttosto che le ire e i malumori di adesso. La differenza è che adesso, in uno degli inverni più miti di sempre, si respira il profumo di vera passione per la pallacanestro. Dalla serie B alla serie A, dal maschile al femminile, tra tanti dolori e qualche gioia, Torino vive e si nutre di basket.

Amami quando lo merito meno, perchè sarà quando ne ho più bisogno” (Caio Valerio Catullo)


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