Per caso ho scoperto questo nome e mi ha portato a quando, ragazzo, seguivo il basket e la televisione faceva vedere in diretta sul secondo canale, la domenica pomeriggio, una partita.
Mi piaceva vedere se Pesaro poteva vincere ma era allora una cenerentola (ora c’è ritornata) e tifavo Ignis Varese senza pensare alla pubblicità e l’idolo era Bob Morse, americano dalla mira devastante e grande esempio di correttezza.
Ma ora sapere che esiste un modello, inventato nel 2002 a Cremona, dove il basket può far coesistere atleti disabili e non, maschi e femmine, è una bella notizia.
A parlare di integrazione ci vuol poco ma poi spesso quando si è di fronte ad un disabile non riusciamo ad essere noi “normali” e così si percepisce il disagio, il giudizio. Uno sport ancora a carattere locale e dalla Lombardia si sta espandendo nelle regioni limitrofe (anche nelle Marche). 2000 tesserati e se si espande magari diventa uno sport riconosciuto dalle istituzioni (ma non è poi così fondamentale).
Riporto dal web cos’è:
Il Baskin è sia una disciplina sportiva che una disciplina scolastica.
Il Baskin (abbreviazione di basket integrato) si ispira al basket ma ha caratteristiche particolari e innovative. Un regolamento, composto da 10 regole, ne governa il gioco conferendogli caratteristiche incredibilmente ricche di dinamicità e imprevedibilità. Questo nuovo sport è stato pensato per permettere a giovani normodotati e giovani disabili di giocare nella stessa squadra (composta sia da ragazzi che da ragazze!). In effetti, il Baskin permette la partecipazione attiva di giocatori con qualsiasi tipo di disabilità (fisica e/o mentale) che consenta il tiro in un canestro. Si mette così in discussione la rigida struttura degli sport ufficiali e questa proposta, effettuata nella scuola, diventa un laboratorio di società.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake