Puntuale e precisa come sempre Marisa Colibazzi sulle pagine de Il Resto del Carlino riaccende l’occhio di bue sulla questione delle candidature a destra per le amministrative del 2014 a Montegranaro. Il quadro che si presenta è grossomodo quello di cui abbiamo più volte trattato anche su queste pagine, dando per acquisita la candidatura di Gianni Basso che, ormai, ha scontato il purgatorio della legislatura di pausa. Ammettendo però che a destra non tutti andrebbero dietro al plurisindaco e che certe personalità potrebbero giocarsi la partita da sole e contro Basso, il panorama si fa estremamente interessante.
Gianni Basso è il candidato di punta della destra montegranarese ed è capace di catalizzare, almeno sulla carta e facendo fede della propria storia politica, un grosso volume di voti, coniugando l’elettore interessato a quello affascinato dal personaggio. Basso ha sempre racconto molto nell’ambiente industriale e in quello professionale ma è anche estremamente popolare e riesce a ricevere voti anche da classi sociali più propense a votare altrove. Sa come muoversi, si sa presentare e, normalmente, riesce a organizzare campagne elettorali faraoniche. È per questo che Basso può essere considerato il candidato più forte in assoluto.
Gastone Gismondi, dal canto suo, ha una grande popolarità. È molto amato a Montegranaro, criticato ma mai detestato, ispira simpatia e fiducia per quel suo modo di fare vicino alla gente. Gli va anche riconosciuta una certa sensibilità verso le problematiche reali e, personalmente, analizzando i quattro anni del suo governo, durante i quali, chi mi segue lo sa, non gli ho risparmiato critiche anche feroci, non lo ritengo un cattivo sindaco. Il problema principale di Gismondi è la squadra che si è portato dietro, parzialmente ereditata, appunto, dalla vecchia coalizione di Gianni Basso e parzialmente imposta dai soliti noti che governano anche da dietro le quinte. Ci sono però all’interno della Giunta Gismondi personalità di rispetto che hanno quantomeno cercato di fare un buon lavoro, così come ha fatto il Sindaco stesso. Considero che gran parte dell’inefficienza dell’amministrazione Gismondi sia imputabile alla qualità politica di parte della squadra di governo. Credo, quindi, che Gismondi potrebbe avere delle possibilità nelle elezioni ma dovrebbe scegliere con cura la squadra e cercare delle alleanze forti, serie e carismatiche per poter realmente contrastare Basso.
Il progetto su cui Endrio Ubaldi, il terzo polo del polo di destra, ha iniziato a lavorare da qualche mese si sgancia (o tenta di sganciarsi) dal concetto di destra o sinistra e punta a raccogliere forze “sane” per governare la città e per, lo ammette Ubaldi senza problemi, evitare una nuova stagione di Basso. In questo Ubaldi sembra aver trovato sponda anche in parte del mondo di sinistra, quello non direttamente riconducibile al Pd, e a personaggi storici di questo ambiente che hanno espresso apprezzamento quantomeno per l’idea di massima. Ad un incontro di qualche mese fa abbiamo visto la partecipazione di uomini del calibro di Nazzareno Fortuna, ex assessore ed ex nome di spicco della sinistra radicale, e di Ediana Mancini, attuale consigliere del gruppo Progetto Veregra ma indipendente sotto ogni punto di vista. Sappiamo da tempo anche di un forte feeling tra Ubaldi e l’ex sindaco Franca Branchesi. A quanto ci è dato capire Ubaldi ha più volte strizzato l’occhio anche al Pd senza avere risposte, almeno ufficialmente, vuoi per la palese difficoltà che il maggior partito della sinistra avrebbe nel dover spiegare al proprio elettorato un’alleanza con l’ex vice-sindaco di Basso, vuoi per le ormai note vicende interne dei Democratici legate alla segreteria e al gruppo dirigente, oggi rinnovato ma ancora piuttosto occupato a sanare vecchie ferite intestine. Un buon progetto, quindi, ma tutto da realizzare non senza difficoltà.
A sinistra il panorama sembrerebbe più semplice: il Pd potrebbe correre da solo, come del resto ha sempre fatto negli ultimi tempi, magari alleandosi con quel che rimane di Sel, oppure potrebbe ragionare su alleanze come quella di Ubaldi o addirittura con il Movimento 5 Stelle che a Montegranaro ha raccolto bene alle politiche ma che non ha riscontri alle amministrative. Il Pd ha tradizioni radicatissime e un potenziale elettorale che può essere pari se non superiore a quello di Basso. Ma negli ultimi anni lo ha sempre sprecato sbagliando tattiche e uomini tanto che l’ultima occasione di governo l’ha avuta col Sindaco Branchesi negli anni ’90. Tra gli esponenti di spicco mancano nomi carismatici e le dimissioni dell’ex segretario Franceschetti e la conseguente fuoriuscita dal gruppo dirigente del “quadrumvirato” ha portato alla luce crepe vistose e rapporti interni da “ricostruire”, come affermato dallo stesso neo-segretario Roberto Basso.
La novità del Movimento 5 Stelle è poco leggibile in quanto, come già detto, non abbiamo riscontri precedenti. L’exploit alle politiche è stato in linea col dato nazionale ma non possiamo sapere cosa potrebbe raccogliere su base locale dove contano altri fattori oltre che il voto di protesta. C’è grande volontà e passione negli attivisti locali ma mancano persone di esperienza, personalità di spicco e, soprattutto, una rete di movimento reale sul territorio. I 5 Stelle potrebbero fare il botto alle amministrative ma prima ci vuole una squadra. Credo invece che sarebbe più utile ragionare su alleanze serie per governare anche se questo pare essere contrario ai principi del Movimento o, quanto meno, del suo leader.
Forse la soluzione potrebbe essere la costituzione di una lista civica che sia civica veramente, che nasca davvero dalla società civile, che possa raccogliere forze nuove e preziose esperienze, che sia sganciata realmente e non solo nominalmente dal sistema dei partiti e che non debba dar conto a questo o quel potentato. Certamente questa è la presentazione che si darà a tutte le liste che verranno presentate ma sarebbe necessario che tutto ciò sia reale e non solo di facciata. Al momento non pare che sul tavolo vi sia una proposta di questo tipo.
Il panorama è quindi di difficile lettura ma molto interessante. Vedremo come si delineeranno gli schieramenti nei prossimi mesi ma già da adesso possiamo prevedere una campagna elettorale incandescente e risultati tutt’altro che scontati.
Luca Craia