Magazine Diario personale

Basta

Da Romina @CodicediHodgkin

Stanca. Stanca della stanchezza che mi fa sentire terribilmente vecchia. Che mi fa pesare sulle spalle quello che ho, mio malgrado, visto. Che mi fa venir voglia di tornare su tutti i miei passi degli ultimi anni perché sono stanca di quel piccolo ma lacerante “strap” che sento ogni volta che il percorso di qualcuno non si conclude come il mio. E lo strap che sento quando se ne va un ragazzo che aveva l’età che avevo io quando mi sono ammalata è particolarmente bruciante. E questo è il meno, perché è solo la parte egoistica della storia. Una persona, una persona buffa, divertente, con il suo carico di storie, sentimenti e, soprattutto, prospettive e speranze, è stata logorata giorno dopo giorno fino all’ultima stilla. Alessio se ne è andato. No, non è vero. Non aveva la benché minima intenzione di andarsene, a vent’anni non ci pensi proprio. Non se ne è andato.  E’stato strappato come una foglia verde dall’albero, che è diverso. Non è facile trovare l’ironia e l’umorismo di Alessio quando navighi in un oceano di guano. Di flebo. Di dolore. Consapevole e spiritoso. Ma non è bastato e una mamma conosce quanto di più straziante è riservato a noi umani.

Io non riesco più a provare rabbia. Io. Non. Riesco. Più. A. Provare. Rabbia. Solo stanchezza. Così tante volte ho difeso a spada tratta la mia scelta davanti a chi mi chiedeva “ma chi te lo fa fare? Esci dal quel circolo, dimentica”…eppure, a volte inizio a sentire il bisogno di nascondere la testa sotto la sabbia, di proteggermi. Voglia di fare finta di niente, di non vedere, non sentire. Vorrei poter dire “ragazza, hai dato. Hai patito abbastanza e ora goditi tutto quel che hai, che è più che sufficiente per non pensarci più”. Vorrei poterlo dire. Potrei anche farlo. Ma cosa cambierebbe?

Non facile la realtà del cancer-blogger. Può essere un “mestiere” parecchio di merda.

 


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