Basta che funzioni, nuovo film di Woody Allen
Basta che funzioniL’alter-ego del regista, quindi. Ex genio nel campo della fisica quantistica, il protagonista del film è un uomo ormai anziano con un tentato suicidio alle spalle e un matrimonio fallito, a volte in preda a ipocondria e a terribili attacchi di panico, ma anche divertente mentre cerca di sfatare miti comuni e di esorcizzare paure banali. Nonstante determinato a stare da solo, il cattivissimo insegnante di scacchi Boris sposerà Melody, una biondina che aveva ospistato inizialmente in casa perché in cerca di un posto dove dormire. Dopo l’iniziale e mai nascosto disprezzo verso di lei, svampita e fatua giovane donna, egli piano piano inizierà ad apprezzare il suo desiderio di apprendere e la sua dolce curiosità.
La prima parte del film è molto più simile a un monologo, mentre la seconda lascia un pò più di spazio agli altri personaggi che subentrano nel film, tra cui la madre e il padre di Melody, due figure bizzarre e frustrate.
La sensazione, dunque, è quella di trovarsi di fronte a un film divertente e raffinato ma nello stesso tempo forse già visto, ben strutturato e creativo ma al tempo stesso non nuovo, soprattutto agli occhi di chi ha già visto i numerosi lavori dell’autore. Insomma, punti di forza ma anche di grande debolezza della pellicola che, interessante da notare, in realtà era stata già scritta oltre trent’anni fa dal regista, che aveva però messo in conto di affidare il ruolo del protagonista a Zero Mostel. Mostel tuttavia morì nel 1977, facendo morire anche quel progetto, che poi Woody Allen ha riproposto nel 2009 con Larry David. (un’altra recensione è disponibile qui)
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