Sponsorizzazione della Regione Lombardia a un manifesto di Casa Pound
Non c’è dubbio che il fascismo, nostalgico o radicale, sia stato sdoganato da Berlusconi già dal ’94 con la sua operazione di “acquisto” del Msi, il cui contratto preliminare fu coerentemente siglato all’interno di un supermercato dell’hinterland bolognese. E i fascisti grati dell’agognato riconoscimento non sono stati né ingrati, né insensibili visto che dal cavaliere hanno acquisito tutta l’ambiguità, l’ipocrisia e il vuoto opportunismo insiti nel suo progetto.
Casa Pound è così figlia al tempo stesso degli orrori del novecento e della vacuità berlusconiana: questo alla fine significa lo slogan “fascismo del terzo millennio”. Ovvero anticapitalismo spicciolo quanto fumoso al servizio del capitale, un continuo navigare sottotraccia tra un cuore di tenebra e la banalità populista. Tra candidature nel Pdl e contestazioni al grande fratello, fra una protesta contro la Fiat (perché va via dall’Italia) e un silenzio compiaciuto sui ricatti di Marchionne, Casa Pound vive e prospera nella zona grigia nella quale finge di essere qualcosa che non è e finge di non essere ciò che è. Un gioco di specchi apprezzato in questa Italia ipocrita, senza memoria, senza dignità nella quale si trova comodo poter essere razzisti, fascisti, negazionisti, facendo finta di non esserlo, vestendo panni di un universo confusionario e sfuggente, mai definito. In cui si può essere grossolani nascondendosi dietro il dandysmo citazionista che è tipico della destra. E in cui si può fingere di superare destra e sinistra, vuoi perché è sempre vero che Franza o Spagna purché se magna, vuoi perché questo è il supremo approdo di chi non è nulla.
Uno schema che si vede perfettamente all’opera nella vicenda di Gianluca Casseri, lo sterminatore di senegalesi. Nella lettera inviata al sindaco Renzi che certo ne sarà stato lusingato, Saverio Di Giulio, leader di Casa Pound, l’appassionato di letteratura fantasy con l’ossessione della razza e peraltro fanatico negazionista , da frequentatore assiduo di ogni incontro della destra si è trasformato in un semisconosciuto personaggio di cui nessuno sa più nulla, una fisionomia vagamente appostata negli angoli bui. E da collaboratore di spicco del sito della “Casa” si è come volatilizzato. Di Giulio dice che ha proposto qualche pezzo, “anche sui fumetti”, ma i suoi post sono misteriosamente scomparsi: forse erano fumetti da kapò. E infine dice che c’è chi vuole strumentalizzare la faccenda e dare inizio a una caccia alle streghe.
Sarebbe molto più utile cominciare a dare una caccia spietata agli ipocriti. Un universo partecipato alla perfezione dal sindaco Renzi, il modernissimo nulla, che dice: ”Quando c’è da dire che Casa Pound sbaglia si dice, ma da qui a dire che la resposabilità penale e personale di un killer debba essere assegnata a tutti quelli che frequentano un centro sociale di destra credo sia sbagliato”.
Il povero sindaco – e dico povero perché la sua agiatezza gli avrebbe potuto anche concedersi una cultura migliore e una più moderata furbizia cambronnesca – forse dovrebbe capire che la follia non nasce dal nulla, ha sempre un incubatrice da cui prende le forme, le istigazioni profonde, i modi e gli esiti. Se Casseri avesse frequentato qualche casa del popolo non sarebbe andato a sparare ai senegalesi, non avrebbe inneggiato al razzismo, non avrfebbe prodotto cose che adesso Casa Pound ha cancellato per nascondere la sua reale natura. Magari si sarebbe imitato a prendere a schiaffi qualche faccia di Palazzo Vecchio che sembra un’istigazione vivente al sonoro ceffone.
Comunque sia ce n’è abbastanza per dire almeno una cosa: basta con i tentativi di concedere qualche tipo di sussidio pubblico a Casa Pound. C’è una petizione in tal senso che è stata lanciata da Anna Lombroso (qui), c’è un appello a Napolitano per far rispettare le leggi che contrastano fascismo e razzismo, ma io non chiedo tanto: mi basta che scompaia l’atteggiamento indulgente delle amministrazioni pubbliche ad ogni livello che spesso si concreta in una sorta di complicità silenziosa. A Roma c’è la questione del villino che il sindaco vorrebbe comprare (11 e passa milioni di euro) per darlo ai camerati che del resto hanno accolto il figlio di Alemanno tra le sue fila, ci sono contributi che questo o quel Comune ogni tanto tenta di dare anche ai neofascisti, ci sono le strane tracce della Regione Lombardia in un manifesto. Personalmente non voglio che nemmeno un mio centesimo vada ai fascisti di qualunque millennio: perché questa è la vera follia, non quella di Casseri che è solo un sottoprodotto.