Ogni anno, quando torna la primavera, oltre a fiorire i prati, gli alberi e i giardini, oltre al cinguettio degli uccellini, oltre al frusciare d’ali delle rondini, assistiamo al ritorno delle recriminazioni neofasciste sul 25 aprile. Tutti gli anni eccoli qua che attaccano con la storia dei partigiani-banditi, delle vittime innocenti delle vendette comuniste e blablablà come se episodi pur veri ed estremamente negativi ma pur sempre episodi riconducibili alla caducità umana e alla guerra civile in corso in quel periodo possano in qualche modo far scomparire il ventennio fascista, l’occupazione nazista e tutte le nefandezze che ne sono conseguite. Vorrebbero sopprimere la festa della liberazione i nostalgici di Salò. Io credo che siano liberi di non festeggiare: che si chiudano in casa, che vestano il lutto il 25 aprile, che vadano a lavorare. Ma che la smettano di mancare di rispetto a chi ha fatto l’Italia e a chi ancora ci crede.
Luca Craia