Perché il centro storico di una città capoluogo di provincia non può avere un cinema?
Tognazzi è il capo delle BR! (Photo credit: nandoluc)
Piacenza ne ha quattro in centro con dieci sale, Cremona uno, il Filodrammatici, sulla cui sopravvivenza ai colpi di scimitarra di Roberto Nolli non siamo sicuri, anche perché non possono garantire della sua salvezza sia l’assessore alla cultura (l’inascoltata De Bona, che meriterebbe maggiore attenzione) che soprattutto l’assessore alle politiche giovanili, la cooperativista convertita Alquati, che crede forse di poter lavorare solo con le catto-cooperative accreditate da Formigoni. Il cinema Chaplin rischia di chiudere perché la tecnologia non è più all’altezza dei tempi: si trova inoltre in un magazzino, in uno scatolone, purtroppo, pur essendo in grado di fare cineforum e proiettare pellicole che i registratori di cassa delle multisale non sopportano.
Solo Cremona riesce a farsi del male in questo modo. Perché i cultori di cinema amano anche i centri storici, portano sogni e speranze, danno un tocco di vitalità, di passione, di curiosità, di voglia di emozionarsi e pensare. Amano la bellezza e non si vede perché cacciarli via come personaggi pericolosi, infami, maledetti.
E anzi è una città questa Cremona ex tognazzesca, che ammazza di silenzio, di dubbi, persino un auditorium come quello costruito dentro il futuro museo del violino? Che spara ad alzo zero sul suo teatro Ponchielli facendo solo i conti della serva, quando i teatri, nel mondo, riescono anche a rinnovarsi facendo spettacoli in strada? Che non riesce a trovare un progetto per riattivare l’ex cinema Tognazzi? Solo i parcheggi sotterranei si possono costruire a Cremona? Solo palazzine e city hub senza verde? Le iniziative culturali si fermano al livello di “Sguurum li cadeni”, l’unica manifestazione con due dieresi nel nome (da non riprodurre per evitare gutturalità bergamasche) organizzata dall’Alquati e pure dalla De Bona in omaggio della tradizione dei camini e delle u bergamasche? Dobbiamo rimembrare e trascrivere ciò che scrisse Dante Alighieri nel suo libro sull’eloquenza del volgare, ovvero dei dialetti italiani, quando commentava il dialettaccio bergamasco e anche quello cremonese?
Tognazzi (right) attempting to confuse a traffic agent with his “Supercazzola”, a trademark prank consisting of a series of meaningless, fast-spoken phrases. (Photo credit: Wikipedia). Se lo fa Tognazzi nei film d’accordo, ma se lo fa il Comune….
Il cinema in centro, con una programmazione da cineforum, oppure variegata, ma con film classici, d’essai, non può mancare in una città. Se no si chiama paese. Non si voleva rivitalizzare il centro storico? Con che cosa? Con la pavimentazione nuova per portare dove? Ai negozi chiusi?
All’interrogazione presentata dal Partito democratico (Caterina Ruggeri, Gian Carlo Corada, Gianfranco Berneri) risponderà presumibilmente l’assesssore alla cultura. E perché non risponde un progettino del vicesindaco Malvezzi in linea con l’assessore al bilancio Roberto Nolli? Perché dare un altro calcio al centro? Strade di pregio, ma più rumorose di prima, e centro storico vuoto.
La risposta all’interrogazione del Pd cinefilo non è ancora arrivata. Ma per carità.
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