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Basta un poco di zucchero ... ma anche no.

Da Miwako
Non si muove una foglia, fuori di qui.La notte è più scura del solito, forse anche più silenziosa.E' tutta questione di equilibrio.Se manca lo zucchero, il lievito non ha di che nutrirsi; di conseguenza l'impasto non potrà gonfiare più di tanto.E' tutta questione di equilibrio, non solo per le torte.Penso questo mentre sbatto le uova insieme al burro. Scoprire che mio fratello ha una malattia incurabile, condizionante ma non gravissima, ha prodotto una serie di cambiamenti inevitabili; nella sua vita, nella nostra, nelle dinamiche del quotidiano.Alcuni non propriamente felici; altri decisamente negativi; qualcuno, dai risvolti imprevedibilmente positivi.Dove prima c'era la distrazione involontaria di chi si siede a tavola dopo che la mamma, solista suo malgrado, si è occupata praticamente di ogni cosa, ora c'è una piccola orchestra sinfonica che cucina insieme con un'armonia che non finisce ancora di stupirmi.Sera dopo sera, la cena è diventata quasi un rituale. Anche se non si può certo dire che in questa casa sia mai mancata la verdura e, con essa, l'attenzione per la qualità dei pasti, le contingenze hanno portato ad un esponenziale aumento della cura per il cibo. Non in maniera maniacale, tristemente subordinata ai dettami di una malattia che mutila consistentemente il sacrosanto libero arbitrio culinario, ma in modo stravagante, fantasioso, oserei dire piacevole.Mio fratello prepara le mega-porzioni di insalata personalizzata; chi con poca rucola, chi senza radicchio, chi con doppia dose di cetrioli. Io mescolo yogurt (home made, certificato da mammà in persona e dalla sua yogurtiera) con senape, limone, un filo d'olio e due ciuffi di erba cipollina appena colta. La mamma prepara il salmone in court bouillon. Mio padre non si smentisce, stappando il vino e tenendosi alla larga dai fornelli.E intanto consacriamo abitudini nuove, (s)parliamo dei vicini che sparlano di noi, ridiamo delle inezie quotidiane, discutiamo di come questa crisi che non si vuole ammettere per incrollabile ottimismo, si sia infilata anche in questa casa.
"Non tutto il male vien per nuocere", recita il detto. 'Sti cazzi. E probabile che chi l'ha inventato abbia pronunciato queste parole dopo che gli si è rotto il tosaerba, obbligandolo a riscoprire il piacere di curare il giardino alla maniera d'un tempo, ma dubito avesse il diabete.Ciò non toglie che il cucinare tutti insieme come non abbiamo mai fatto, è un risvolto estremamente positivo e inatteso di tutta questa storiaccia.Serve tempo, si finisce per cenare spesso ad orari spagnoleggianti e l'ammontare della spesa mensile in frutta, verdura, pesce e ingredienti di prima scelta è vicina al debito pubblico; però ne vale la pena. Curioso che da quando manca lo zucchero in questa famiglia, si respiri una dolcezza che non avevo mai sentito prima.

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