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...bastasse il 40 per cento per farsi rispettare...

Creato il 12 luglio 2014 da Tafanus

Una candidatura europea di Emma Bonino avrebbe avuto accoglienza diversa, rispetto alla meno esperta Federica Mogherini. E per i nostri alleati la riforma del Senato conta poco. Non quanto lavoro, economia, corruzione (di Piero Ignazi - l'Espresso)
Piero-ignaziCircola una pericolosa illusione nei palazzi della politica romana: che grazie al buon risultato del partito di governo alle elezioni europee l'Italia abbia guadagnato un ruolo primario in Europa. Niente di più sbagliato. Il successo elettorale del Pd, e di riflesso del governo, potrà servire per avere qualche poltrona in più nel bizantino meccanismo di distribuzione dei posti nelle istituzioni europee. Lo si è già visto con la nomina dell'attivissimo Gianni Pittella alla presidenza del gruppo socialista a Strasburgo (a dimostrazione del fatto che chi prende sul serio il ruolo di parlamentare europeo invece di farne una sinecura, poi un riconoscimento lo ottiene). Lo si vedrà nelle prossime settimane quando si dovranno scegliere il Presidente e l'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue.
Sembra che all'Italia spetti quest'ultima casella (...sembra a chi? NdR) e che Matteo Renzi intenda insediarvi l'attuale Ministro degli Esteri, Federica Mogherini. Alcuni hanno interpretato questa scelta come una opportunità per ridefinire la composizione del governo. C'è il sospetto che questa sia la vera finalità della candidatura Mogherini perché il ministro, al di là dei suoi meriti, non sembra il candidato ideale per quella posizione, in quanto non ha ancora acquisito quella statura internazionale che l'incarico di Alto Commissario richiede. Certo, nemmeno la baronessa Catherine Ashton, al posto della quale la Mogherini dovrebbe insediarsi, aveva i necessari requisiti, e si è visto. Una posizione come quella, se non la si vuole affossare del tutto, deve andare a personalità di provata esperienza, con ruoli primari nelle sedi nazionali o sovranazionali, e con contatti internazionali ramificati e rodati da una lunga consuetudine.
In Italia non mancano persone con questo profilo a cominciare dall'ex Ministro degli Esteri Emma Bonino, una voce ben più autorevole sul piano internazionale, e brutalmente rottamata per far posto a giovani adepti del cerchio magico renziano.

Boschi-leopardata

Matteo Renzi e il Cerchio Magico

Ma non è con l'occupazione di poltrone, anche prestigiose, che si acquisisce maggiore influenza: tutto dipende dalla nostra capacità di uscire dalla stagnazione. Il cambiamento che ci viene richiesto non riguarda la riforma elettorale o quella del Senato a cui l'Europa guarda con occhio distratto. L'UE guarderà in primo luogo a dati bruti dell'economia: Pil, investimenti, occupazione, export, innovazione e così via. Poi ad altri indicatori che offrano una inversione di tendenza del sistema: diminuzione della corruzione, rapidità ed affidabilità della giustizia civile, compressione della criminalità organizzata, innalzamento del livello culturale.
L'intervento di Renzi al Parlamento Europeo ha avuto un'eco positiva, e con altrettanto favore e buona disposizione vennero accolte le dichiarazioni di intenti di altri, autorevoli, governanti italiani, da Ciampi a Prodi a Monti; ma poi, solo i risultati hanno dato credito all'Italia. Se Ciampi e Prodi non fossero riusciti a far rientrare l'Italia nei parametri di Maastricht nei tempi dovuti non avremmo potuto godere di anni di tranquillità finanziaria e di buona considerazione a Bruxelles.
I risultati dipendono dalla capacità riformatrice del governo e, soprattutto, dalla sua capacità di implementazione dei provvedimenti. Finalmente si sta prendendo coscienza delle radici dell'inefficacia dell'attività legislativa: una burocrazia ministeriale paralizzante unita ad una giustizia amministrativa invasiva e debordante. Se non viene reciso il frutto avvelenato della incoerenza e incompetenza legislativa da un lato, e delle cavillosità di una cultura legalista-formalista dura a morire, alle belle parole non possono seguire i fatti. Per ottenere più autorevolezza in Europa il governo Renzi deve far ripartire il paese. E per farlo, oltre ad iniettare entusiasmo e dinamismo (cosa che fa benissimo), deve incidere la crosta burocratica e rendere operative le norme approvate. Si concentri su questo e non sprechi energie sulle riforme istituzionali che non pertengono all'attività di governo.
Piero Ignazi

Espresso


...e bravo, Ignazi... certo, lei ha ragione. Ma non considera una cosa. che per fare le cose che lei e noi chiediamo occorrono competenze specifiche, capacità operative, largo consenso politico. Si può chiedere a Berlusconi di fare una seria legge anti-corruzione? o di affrontare il tema della prostituzione minorile? No. Non si può. E allora in cambio non si avrà niente. Una riforma-cagata del Senato (che innanzitutto nessuno vuole, e poi nessuno ha capito a cosa dovrebbe servire, se non a concentrare maggiori poteri nelle mani del Governo), la si fa in 5 minuti. Almeno a livello di "proposta". Basta mettere insieme dei geni delle riforme e dei Padri della Patria come Renzi, Berlusconi, Verdini, Calderoli e Alfano, e una cagata da portare a Strasbnurgo la si trova in un attimo. Il problema è che a Strasburgo se i senatori italiani saranno eletti o nominati, se saranno 100 oppure 123, non frega niente.  In Europa vogliono vedere il debito che scende tendenzialmente dal 135% verso il 130, il 120, il 100, e non sentirsi chiedere il permesso di portarlo al 150% perchè abbiamo fatto la Grande Riforma del Senato. Siamo seri...
Tafanus

1107/0630/1400


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