Se c’e’ di mezzo la Juventus ogni episodio assume da se’ una cassa di risonanza pazzesca. Immaginarsi cosa poteva accadere – ed e’ accaduto – dopo quanto e’ successo a Catania lo scorso 28 ottobre. I padroni di casa mettono a segno (nel primo tempo) un gol regolare con Bergessio che è ampiamente tenuto in gioco da un difensore juventino ed il guardalinee, istintivamente, convalida la marcatura.
Scatta, veemente, la protesta della panchina della Juve tesa a far comprendere al giudice di linea che sul traversone di Marchese, qualcuno del Catania (Lodi) ha deviato il pallone a centro area. Tocco che Maggiani (il guardalinee) non ha visto con nitore e che in lui fa montare dei dubbi, ingiustificati perche’ la posizione di Bergessio resta valida anche dopo la deviazione del compagno rossazzurro. Fatto sta che scatta la comunicazione via auricolare con il giudice di porta (Rizzoli) che gli conferma il tocco “galeotto” e fa optare l’assistente (il responsabile assoluto per il fuorigioco), stavolta intuitivamente, per l’offside.
Grave che la prima decisione, corretta, venga poi modificata in una, al contrario, completamente sbagliata che determina nervosismo nei giocatori della squadra danneggiata ed altera l’andamento della partita. E’ un caso sfortunato, quello in cui la collaborazione fra i sei arbitri genera una decisione sbagliata. E pensare che il numero dell’ex giacchette nere è lievitato in serie A proprio al fine di ridurre le sviste che il calcio moderno comporta e le polemiche che trascina con se’.
La moviola in campo forse snaturerebbe lo sport piu’ amato del mondo, ma certamente restituirebbe una maggiore credibilita’ al sistema decisionale. Potrebbe bastare un unico giudice davanti ad un monitor che interviene esclusivamente sugli episodi solari o si potrebbe dare ad ognuna delle squadre la possibilita’ di interpellarlo una volta per match. Le modalita’ possono essere tante. Chiaramente il problema è, pero’, di spettro internazionale.
La Fifa, al contrario, si apre solo ora all’idea di sperimentare l’occhio di falco per vigilare sulla linea di porta e dirimere eventuali dubbi sul gol – non gol. L’esperimento e’ in programma al Mondiale per club del prossimo dicembre in Giappone, dove verranno testati i sistemi Glt (Goal line technologies) contro il gol fantasma. Si tratta di due sistemi differenti che hanno superato una serie di esami sia in laboratorio sia in campo, prima di essere testati in match simulati e anche in partite ufficiali. Entrambi con dei sensori collegati all’orologio dell’arbitro. Entrambi molto costosi (150.000 € per ogni stadio che li adottasse).
Almeno un decennio in ritardo rispetto alle esigenze che esprimono attualmente le competizioni calcistiche. Per individuare, qualora fossero utilizzati, un numero di casi decisamente limitati rispetto a fuorigioco evidenti o rigori clamorosamente negati o assegnati erroneamente che si registrano praticamente a cadenza settimanale.
Occhio dunque: l’occhio di falco difficilmente bastera’!
Francesco Rella