Io non ci capisco più nulla.
Da un lato la Camusso e la Fiom che agitano il popolo bue alla riscossa per guadagnare non si sa cosa, dall’altro Confindustria e imprenditoria in genere che cercano di salvare il salvabile. Siamo allo sfascio più totale; e ci si mette anche Arlechin Batocio a soffiare sul fuoco della destabilizzazione politica economica e finanziaria con un ricatto pragmatico: o fate come voglio io o me ne vado!
Per fortuna che qualcuno gli ha detto che se ne può anche andare, perché in tre mesi di “governicchio” più che risollevare le economie del paese, ha improntato una politica feudale di gabelle che vanno ogni limite concesso all’essere umano presente in questa terra. Ma parliamo di Arlechin batocio, servo di mille padroni.
Nel frattempo che sindacati e impresa si azzuffano sulle colline del 18, l’attuale governo approva il decreto delle Liberalizzazioni con 365 voti a favore, 61 contrari e 6 astenuti. Un bel colpo per la coalizione PD-PDL, pur di mantenere intatto il loro potere e i loro privilegi accettano anche di mangiare escrementi. Questa è la serva Italia, bordello per eccellenza.
Nessuna meraviglia.
Meraviglia invece sapere che l’Istat abbia pubblicato che la fiducia dei consumatori e cresciuta! E ci si chiede come l’Istat sia stato in grado di elaborare i dati per arrivare a queste dichiarazioni. Forse vogliono dipingere di rosa lo sfascio italiano come faceva Berlusconi che continuava a dire che tutto andava bene.
Eppure i dati ufficiali parlano chiaro: la fiducia dei consumatori è aumentata
Il miglioramento, sottolinea l’istituto di statistica, e’ diffuso a tutte le componenti. Sale l’indice relativo alla componente economica generale (da 86,8 a 87,4) e, in misura piu’ marcata, quello riferito alla situazione personale degli intervistati (da 97,5 a 100,1). Migliora lievemente l’indicatore riferito alle attese a breve termine (da 85,9 a 86,3) e, in maniera accentuata, quello relativo alla situazione corrente (da 100,3 a 102,6).
Come dire che le aspettative delle persone è ottima “Migliora…in maniera accentuata quello relativo alla situazione corrente” Peccato che leggendo tra le righe si scopra che le aspettative relative alla disoccupazione non sono così ottimistiche e quindi ci si chiede come fa una popolazione ad essere fiduciosa su tutto il resto se le aspettative occupazionali sono invece negative? Mistero della statistica.
Ma evidentemente i servizi di stato dell’istituto di statica non tengono conto del pensionato con 400 euro/mese, non tengono conto delle migliaia di persone licenziate e senza la possibilità futura di poter sopravvivere, non tengono conto del salasso giornaliero che le banche stanno operando sulle nostre tasche, non tengono conto degli aumenti spaventosi dei carburanti e delle altre gabelle che hanno portato l’Italia ad essere il paese con le tasse più alte che arrivano praticamente ad incidere per il 75% del nostro reddito. No, l’Istat di questi fatti non ne ha tenuto conto, perché la fiducia dei consumatori è aumentata. Forse potremmo pensare che il messaggio sia diretto ad alcune componenti del mondo economico più che al popolo bue che di statistica non ci capisce una cicca.
Appare infatti strano che una popolazione dedita al risparmio come quella italiana, abituata a mettere al riparo i propri sacrifici, adesso, di punto in bianco, sia diventata la cicala d’Europa, perché si scopre che l’Italia, anzi il popolo bue italiano, ha cominciato a mettere mano al gruzzolo tenuto da parte. Non lo dice il solito Pitocco, ma niente e popò di meno che la Banca d’Italia “…Complessivamente,dal 2002,l’entità del risparmio si è ridotta ad un terzo (- 67,75 %), passando da 95 miliardi del 2002 a 30,641 miliardi del 2010..“
Una bella sforbiciata non c’è che dire, dato che “…lo stato delle finanze pubbliche nasconde un serio pericolo: se le autorità monetarie imporranno a tutti i paesi di Eurolandia un drastico rientro nel rapporto Debito pubblico/PIL (nda. e lo stanno facendo), non potremo che far leva proprio su quelle variabili private che hanno permesso al ministro Tremonti di introdurre nelle valutazioni l’indebitamento privato (drammatico nei paesi anglosassoni) e di mitigare il giudizio sulle nostre finanze in sede internazionale.“
Ma siccome le belle notizie arrivano sempre assieme possiamo tener conto che l’aumento della fiducia dei consumatori è correlata con queste ciligine:
- Aumento delle addizionali IRPEF (buste paga più leggere)
- Aumento dell’ex ICI ora IMU (redditi erosi e affitti più alti)
- Aumento, da ottobre, di 3 punti percentuali dell’IVA (prodotti a prezzi elevati, aumento del nero ed evasione fiscale, minore prelievo fiscale—>maggiore deficit di bilancio)
In una situazione del genere ovviamente la fiducia dei consumatori non può che essere ottimistica.
Eppure sindacati e imprenditoria si accaniscono sulla battaglia per l’articolo 18, mentre gli aspetti più cruciali dell’Italia (finanza, debito pubblico, tasse, ristrutturazione) non vengono nemmeno presi in considerazione, sopratutto per il settore il pubblico che silenziosamente è diventato il luogo più sicuro per poter progettare il proprio futuro, almeno per ora.
Ma è evidente che 3,5 milioni di persone rappresentano un bacino prezioso di voti per la politica, nel quale ogni operazione di ritocco deve prevedere un attento studio sulle conseguenze elettorali. Il privato quindi è chiamato a mantenere vita natural durante questa grossa fetta di popolazione oltre a quella sommersa del lavoro in nero e dell’evasione.Un opera titanica!