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Batteri terrestri sopravvivono ad atmosfera "marziana"

Creato il 08 gennaio 2013 da Zonwu
Batteri terrestri sopravvivono ad atmosfera
Tra il vasto mondo degli organismi estremofili ce ne sono alcuni, appartenenti ai generi Serratia e Carnobacterium, che rivestono un ruolo particolarmente importante per la ricerca della vita su Marte e per prevenire la contaminazione di pianeti extraterrestri con microrganismi provenienti dalla Terra.
Questi batteri sono in grado di sopravvivere a condizioni di pressione estremamente bassa, pressioni del tutto simili a quelle dell'atmosfera marziana. "Man mano che inviamo sonde su Marte, dobbiamo essere certi che non stiamo per contaminare i siti di atterraggio" spiega Andrew Schuerger, co-autore della ricerca che ha scoperto la resistenza dei batteri Serratia e Carnobacterium.
"Volevamo sapere questo: una volta che si trasporta un batterio terrestre su Marte, può sopravvivere e crescere da solo?" ha dichiarato Wayne Nicholson, altro autore della ricerca pubblicata nel numero di dicembre 2012 di Proceedings of the National Academy of Sciences.
I batteri dei generi Serratia e Carnobacterium sembrano essere in grado di resistere alle condizioni atmosferiche di Marte: scarso ossigeno, temperature ben sotto allo zero e 7 millibar di pressione atmosferica, contro i 1.013 millibar della Terra.
In realtà, sopravvivere su Marte è una questione ben più complessa della semplice pressione atmosferica o di temperature glaciali. Durante la ricerca con i due generi di estremofili sopra citati, i biologi hanno identificato oltre 17 fattori determinanti per lo sviluppo di un organismo terrestre su Marte, includendo livelli di salinità, radiazioni e scarsità di acqua e nutrienti.
Grazie a questi parametri sarà possibile determinare i migliori siti di ricerca sul Pianeta Rosso, le località in cui la vita potrebbe essersi sviluppata in passato. Allo stesso modo, sarà possibile identificare i siti con maggiore rischio di contaminazione da parte di organismi terrestri.
"Dato che stiamo cercando la vita su Marte, vogliamo raggiungere località con un'alta probabilità di ospitare la vita, e questi posti sono anche i più sensibili alla contaminazione da parte di organismi terrestri".
Ogni sonda spaziale viene accuratamente ripulita da ogni residuo organico o inorganico accumulatosi durante la fase di realizzazione e di montaggio, per ridurre al minimo la possibilità di contaminare un ambiente alieno.
Batteri terrestri sopravvivono ad atmosfera Fase di pulizia di Curiosity
E' tuttavia impossibile eliminare ogni microrganismo che abita una sonda spaziale. Si può tentare di ridurre il loro numero, ma una pulizia totale è ancora fuori dalla portata della nostra tecnologia, e la contaminazione di un sistema extraterrestre è ormai parte integrante dell'epopea spaziale umana.
Un'eventuale contaminazione di microrganismi terrestri potrebbe avere effetti del tutto inaspettati all'interno di un sistema ambientale extraterrestre, e aumenterebbe la probabilità di incappare in "falsi positivi" durante la ricerca di vita aliena.
Sono circa sei le specie di Carnobacterium capaci di sopravvivere a condizioni simili all'atmosfera marziana. I batteri analizzati sono stati prelevati alla profondità di circa 30 metri da un buco di perforazione siberiano: sugli oltre 10.000 batteri prelevati, solo sei specie si sono dimostrate capaci di sopravvivere e crescere alla pressione di 7 millibar.
I batteri Serratia, invece, appartengono ad un campione di 26 batteri allevati in orbita per indagare sulle loro capacità di crescita in condizioni di scarsità di pressione, temperatura e ossigeno. Solo una specie, la Serratia liquefaciens, è riuscita a sopravvivere e a riprodursi in condizioni proibitive.
Anche un altro microrganismo, il batterio Escherichia coli, è in grado di sopravvivere alla simulazione atmosferica di Marte, superando senza troppi problemi i 7 millibar di pressione, temperature di -50°C e una lunga esposizione a raggi ultravioletti.
Il fatto che questi microrganismi siano riusciti a sopravvivere a condizioni simili a quelle marziane non significa che Marte sia popolato da batteri, e nemmeno che i Serratia e i Carnobacterium possano sopravvivere senza problemi all'ambiente marziano. 
"La scoperta apre il campo ad un ricerca molto più complessa che non era alla nostra portata in precedenza, perchè non sapevamo se qualcosa poteva crescere alla pressione di 7 millibar. Ma rimangono molti fattori inibitori sulla superficie di Marte che sono probabilmente in grado di bloccare la crescita di microrganismi terrestri".

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