Battleship

Creato il 13 aprile 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2012

Distribuzione: Universal Pictures 

Durata: 131′

Genere: Azione/Guerra/Fantascienza

Nazionalità: USA

Regia: Peter Berg 

Il cineasta statunitense Peter Berg dirige e produce Battleship, film d’azione e guerra ispirato al famoso gioco Hasbro Battaglia Navale, in collaborazione con i produttori della stessa Hasbro, Brian Goldner e Bennett Schneir, con Scott Stuber (Safe House), Sara h Aubrey (The Kingdom) e Duncan Henderson (Master and Commander, La Tempesta Perfetta).

Alla sceneggiatura hanno contribuito i fratelli Erich e Jon Hoeber (Red), che, insieme a Berg, hanno provato ad immaginare cosa sarebbe successo se le trasmissioni interstellari della NASA verso il Pianeta G. avessero attratto gli alieni sulla Terra per prendersi le nostre risorse. A difendere il mondo, e soprattutto un sistema che mai nessuno prima aveva osato mettere in discussione, ci pensa la US Navy, che scende in mare con tutte le sue forze, ricorrendo allo schema di gioco della battaglia navale; come sostengono entusiasti Berg e la produttrice Aubrey: “il gioco ci ha dato la possibilità di realizzare il nostro moderno film Battaglia Navale. La maggior parte dei film sulla Marina sono storici, perché in quest’epoca non si vedono tante battaglie navali. Non abbiamo mai visto la Marina moderna in tutta la sua gloria sullo schermo, con queste navi e armi, in questa scala e portata”.

Stuber spiega che la mancanza di una struttura narrativa del gioco è un vantaggio per il suo adattamento, poiché partendo da storie della letteratura, oppure dei fumetti, il pubblico ha già un quadro prestabilito dei personaggi e dello sviluppo della trama. In realtà quest’ultima, in più di due ore di film, affiora timidamente tra la spettacolarità, forse eccessiva, degli effetti visivi, fino a sembrare piuttosto semplicistica: gli alieni invadono la Terra e un gruppo di marines si batte per difendere il pianeta; parallelamente anche altri personaggi, correlati al filone principale della storia, partecipano alla battaglia, e la conclusione, neanche a dirlo eroica, è contornata da uno scontato risvolto romantico.

Tra i personaggi principali troviamo l’eroe, il Tenente Alex Hopper (interpretato da Taylor Kitsch, che ha recitato anche in  X-Men: Le Origini e  Wolverine), Ufficiale della Marina, molto intelligente, ma con poca attitudine al comando e scarsa propensione alla disciplina; il personaggio si evolve durante lo svolgimento del film, perché prende coscienza che la Terra ha bisogno di lui e deve necessariamente condurre nella battaglia gli uomini che gli sono stati affidati; il “co-eroe”, fratello maggiore di Alex, Stone Hopper (interpretato da Alexander Skarsgard, interprete anche di Melancholia di Lars von Trier), uomo con forte attitudine al comando, che si impone sul fratello affinché si converta all’ordine e alla disciplina; il sottufficiale Cora Raikes, interpretata da un’attesissima Rihanna, fresca vincitrice di Grammy, al suo debutto cinematografico, la cui preparazione al ruolo è stata affidata al sottufficiale Aiuto Cannoniere Jacquelyn Carrizosa; Samantha Shane, fisioterapista che cura la riabilitazione dei soldati, interpretata da Brooklyn Decker, l’altra protagonista femminile che, fidanzata di Stone Hopper, vive il combattimento contro gli alieni insieme ad un suo paziente, il Tenente Colonnello Mick Canales; quest’ultimo, interpretato dal Colonnello dell’Esercito Gregory D. Gadson  (che nella realtà ha perso le gambe in Iraq nel 2007), ritrova la voglia di andare avanti, dopo l’incidente occorso che lo ha costretto all’amputazione delle gambe, partecipando alla battaglia.

La costruzione del personaggio di Samantha, la cui interprete ha parlato con i soldati affetti da sindrome post-traumatica al ritorno dalla guerra, offre lo spunto per una riflessione sulle conseguenze fisiche e psicologiche che i soldati subiscono, proprio come il Colonnello Gadson dopo essere stato colpito in Iraq; la tematica, affrontata, tra gli altri, anche da Oliver Stone in Platoon (1986) e ripresa in Nato Il Quattro Luglio (1989), resta qui semplicemente abbozzata.

Nel cast è presente anche Liam Neeson, attore di fama mondiale, premio Oscar per Schindler List (1993) e leggendario eroe repubblicano irlandese in Michael Collins (1996); qui interpreta il ruolo (un po’ riduttivo) dell’Ammiraglio Shane, superiore di Hopper e Stone, e Comandante della Flotta Pacifica.

Protagonisti del film sono anche la corazzata e il cacciatorpediniere, le cui strutture sono state magistralmente ricostruite dal reparto artistico e dagli artigiani dello scenografo Neil Spisak, a stretto contatto con il reparto effetti speciali); gli effetti visivi, creati dai professionisti della Industrial Light & Magic, Pablo Helman (La Guerra Dei Mondi, Star Wars: Episodio II – L’Attacco Dei Cloni) e Grady Cofer (Star Trek), e gli effetti speciali, curati dal premio Oscar Burt Dalton (Il curioso caso di Benjamin Button e Star Trek) occupano in maniera predominante lo spazio narrativo del film, unitamente all’esaltazione della forza militare, facendo passare quasi in secondo piano la costruzione della struttura del gioco della Battaglia Navale, tramite il quale si conducono i combattimenti; sfruttando le boe di segnalazione dello tsunami, infatti,  lungo le coste hawaiane (dove è ambientato il film), si riesce a misurare lo spostamento dell’acqua come primo segnale di avviso per quelli che vivono lungo le zone a rischio: Nagata, uno dei membri della nave, interpretato da Tadanobu Asano, le usa per  costruire una griglia, simulando quella del gioco e scegliendo i punti da colpire, riconoscendo il passaggio del nemico attraverso lo spostamento dell’acqua.

La sensazione che lascia Battleship è che, quando arriva l’“altro” (alieno, oppure straniero, o estraneo) che mette in discussione il nostro sistema di certezze, siamo pronti a scatenare una guerra, a mietere morti e feriti (non necessariamente in senso fisico), affinché tutto torni come prima; siamo lontani dal Peter Berg di Cattive Compagnie (Very Bad Company, 1998, con una giovanissima Cameron Diaz), ma non troppo: in quella commedia nera, ambientata nella torbida provincia americana, Berg non faceva altro che sovvertire il sistema solare di una giovane sposa, che per avere il suo quarto d’ora di celebrità, percorrendo la navata in abito nuziale, è disposta a coprire i crimini più atroci. Qui il regista gioca a mettere in crisi una nazione intera, che vive ancora coi propri scheletri nell’armadio. Emblematica è una delle battute pronunciate all’inizio del film, quando la paura degli alieni si fa sempre più fondata: “sarà come Colombo con gli Indiani, e noi saremo gli Indiani”.

Anna Quaranta

Scritto da Anna Quaranta il apr 13 2012. Registrato sotto IN SALA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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