Il tradimento fa parte della vita. Noi tradiamo sempre, siamo tutti traditori. Ogni fase della nostra vita implica un tradimento: quando cresciamo, quando abbandoniamo un oggetto usurato, quando amiamo. Tutti, però, ricordano solo Giuda. Un uomo che sì, ha tradito, ma non l’ha fatto per pura venialità, ma perché credeva. Giuda credeva, credeva profondamente in Gesù. Più di quanto Gesù credeva in sé stesso. Tradimento, fantasmi, miracoli e compromessi. Amos Oz, classe ’39, autore di Giuda edito Feltrinelli, ha tenuto con il fiato sospeso l’intera, e gremita, Sinagoga di Milano in occasione di BookCity 2014.Una semplice presentazione che si trasforma in una lezione di vita impartita da un uomo saggio, ma sorridente, tremendamente divertente, ma non cinico.
Oz è uno scrittore mimetico, poco invadente. Lascia parlare i suoi personaggi. Li fa vivere, respirare e, talvolta, li impersona.
Dalle sue mani e dalla sua scrittura agile, ma non nervosa, prendono vita personaggi come Shemuel, Gershom e Atalia che, attraverso punti di vista contrastanti e diametralmente opposti, ci raccontano una storia fatta di tradimenti, amori e fantasmi, che il lettore riuscirà a cogliere da più punti di vista. All’interno di un romanzo polifonico e armonico, che sembra essersi scritto da sé, Oz ci parla di tradimento e di quel Giuda, l’unico traditore che la Storia si ostina a ricordare, che forse è stato semplicemente l’artefice di un grande atto d’amore. Fantasmi e tradimenti vengono chiusi da una domanda. Una domanda che chiude il volume e che porta con sé una speranza, fragile e quasi miracolosa, che i tre personaggi principali hanno tentato di costruire in 336 pagine.
Le domande, dice Oz, sono il simbolo della speranza. Avere una risposta da cercare, trovare un luogo dove andare, è ancora più bello che trovare quella domanda e quella risposta che tanto ci siamo affannati a cercare. Un uomo che non smette mai di stupirsi e di meravigliarsi di fronte alla vita e alle sue parole. Uno scrittore che non soffoca i suoi personaggi, che non li carica d’ideali, messaggi e morale: li fa semplicemente vivere. Amos Oz, 75 anni, non smette mai di stupirci. Alla prossimaDiana