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Bea vita! Crudo Nordest, di Romolo Bugaro (Laterza). Intervento di Nunzio Festa

Creato il 20 novembre 2010 da Stefanodonno
Bea vita! Crudo Nordest, di Romolo Bugaro (Laterza). Intervento di Nunzio Festa
Con rammarico leggiamo che a firmare questa crudele, spietata, indolente critica al Nordest sia stato il bravissimo e puntuale scrittore Romolo Bugaro. Perché, insomma, a fare questo “Bea vita! Crudo Nordest” - inserito nelle preziosissima e da viaggiare sempre collana laterziana Contromano (quella, per intenderi, che contiene insomma due libri di Franco Arminio, due di Enrico Brizzi, uno di Chiara Valerio ecc.) - , mi sarebbe piaciuto fosse stato l'ex compagno di lotte Luca Casarini; che invece ha tutt'altro adesso da fare. E, probabilmente, quest'acutezza di sguardo di Bugaro non penso neppure sarebbe stato in grado di praticarla il Casarini. Perché è importante questo ritratto indelebile di Romolo Bugaro? In quanto, a partire da dati che alcune, tra l'altro, trasmissione d'approfondimento da anni offrono, si rivedano le inchieste di Report e Presa diretta, Bugaro racconta l'anima dei borghesi piccoli piccoli, fra i quali persino diversi rappresentanti del nuovo proletariato. Di quelli, però, che vivono dalle parti del Veneto. In un pezzo di Pianura Padana. Fatti e strafatti dall'idea che, a seconda dei casi, siano da sostenere Berlusconi e Fini quando non Berlusconi e Bossi. Sicuramente non a sinistra – per quel che varrebbe e/o significherebbe. La narrazione di Romolo Bugaro, questa volta, partendo da quando il suo ex collega avvocato a vederlo uscire d'ufficio alle 19.30 in punto gli mandava un precisisissimo e sempre uguale “Bea vita!”, ci spiega quanto una fetta della popolazione italiota sia contenta e 'soddisfatta' di lavorare più ore possibili nella giornata. Che per loro è sempre tutto a posto. Nonostante la sera poi non s'esca a fare tempo libero. E, soprattutto, le crisi e i debiti arrivino lo stesso. Gente che immaginiamo dire il buon: “vai a lavurar”. Con gli accenti di zona. Passando a setaccio, che questo è quello che veramente Romolo Bugaro fa, la vita di giovani lavoratrici precarie che s'attaccano alla vetrina dai prezzi spropositati e d'altre donne che invece arrivano a poter spendere qualche migliaio d'euro al mese solamente per il vestitino da società a modo. Tutte, comunque, cattoliche e leghiste di ferretto. Genere umano che insieme ad altri bocconi d'umanità si rinserrano in ville alla pampa argentina, con tanto di cancello altissimo e cane inferocito di guardia. Ognuno di questi, e di tanti altri ovviamente, è sfruttato dal lavoro. Persino se il lavoro osanna. Infatti ha la vita distrutta. Chiusa. Oltre a troppa paura per qualsiasi diversità. A parte i dati d'inchiesta, insomma, arriva la cronaca. Che solo in questo “crudo Nordest”, nel mezzo della resa dei danni d'un'alluvione prodotti dalla cementificazione, un soggetto dipinto nella sua giacca e cravatta e fazzoletto d'ordinanza avrebbe proposto di consegnare alla fucilazione della popolazione gli uomini sorpresi a rubare nelle case evacuate. massive attack

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