(Alla fine eccoci, mi accingo a scrivere questo post pensando che forse sarà difficile esprimere a parole e raccontare questa storia, ma che devo e che voglio farlo. Forse sarà un lungo post, ma spero mi perdonerete e avrete pazienza per leggere fino in fondo)
Ci sono incontri che fai ancora prima di saperlo. Con persone che ancora prima di conoscerle sono un po' dentro di te. Quelle persone che sono in grado di toccare le tue corde più profonde per la loro sensibilità, per il loro modo di vedere, per come sanno esprimersi. E quando le incontri nel mondo reale ti sembra di conoscerle da sempre.
Ricordo bene il giorno in cui ho visto per la prima volta un lavoro di Alberto. Avevo seguito un link, da un suo commento su un altro blog, e non mi vergogno a dire che la curiosità è nata soprattutto perchè in mondo pieno di donne, la voce di un uomo e il suo punto di vista mi sembrava una bella novità. Entrare in FossalonArt, in quel mondo fatto di corda, di conchiglie e di mare, è stato una sorpresa e, allo stesso tempo, un ritrovarsi a casa. Forse perchè amo i materiali "poveri", forse perchè quei materiali mi sono più che cari, li ho nel dna, forse perchè (e lo so che può suonare presuntuoso) penso di saper riconoscere chi mette il cuore e tutto ciò che ha in quello che fa, e lo fa anche con talento. E poi ho scoperto che anche Alberto conosceva il mio lavoro, abbiamo cominciato a scriverci e dopo qualche mese ci siamo incontrati. Ma prima di quell'incontro io (per la prima volta in vita mia, e non avrei mai pensato che capitasse!) ho cominciato a pensare che mi sarebbe piaciuto lavorare insieme, e creare qualcosa che unisse i materiali che amiamo. Con molta sfacciataggine (che non mi è propria, devo ammetterlo) pur sapendo che per lui lavorare solo con quei materiali e solo provenienti dalla spiaggia di Fossalon, era un imperativo categorico, gliel'ho detto. Per sentirmi rispondere che anche a lui sarebbe piaciuto, che voleva propormelo. Quest'avventura è nata così. Molto per caso, e molto per le tortuose strade del destino. Ma perchè in fondo poi l'abbiamo voluta, assecondando i nostri momenti no, aspettando con pazienza per mesi.
Durante il nostro primo incontro Alberto ha trovato sul mio tavolo una spirale di rame, una cosa che avevo fatto un po' giocando, quando mi prende la voglia di provare a fare una cosa che magari non avrà mai un senso compiuto. L'ha tenuta in mano per quasi tutto il tempo e prima che andasse via gli ho detto: "Prendila, vedi un po' cosa puoi farne".
Nei mesi seguenti ci siamo scambiati dei pezzetti incompiuti, e li abbiamo finiti, ognuno coi propri materiali e le proprie tecniche, alla cieca, con totale fiducia nel lavoro dell'altro. Questi oggetti hanno preso vita così, e io non riesco a immaginare modo più bello per creare a quattro mani che affidare qualcosa che è parte di te a qualcun altro, certa che diventerà altro, che sarà diverso da come lo hai immaginato, ma che sarà bello.
E quindi eccoci qui oggi, ad un anno dal nostro primo incontro virtuale e molti mesi dopo quell'idea di realizzare qualcosa insieme. Eccoci qui, a portare in giro le nostre cose, finalmente finite, finalmente compiute. Eccomi qui a inseguire come posso la mente vulcanica di Alberto, che ha (ri)cominciato anche a disegnare e a mettere giù idee a raffica. Eccoci qui a risolvere i problemi pratici e tecnici legati al metter insieme due materiali così differenti, io sempre terrorizzata di distruggere le sue opere di corda con uno dei miei ormai famosi movimenti inconsulti.
Fly, work in progress (come si vede dalle mie linde manine).
Per me la corda ricoperta di sabbia diventa una pietra preziosa da incastonare e un modo per imparare una tecnica nuova. Non so dirvi che privilegio sia lavorare con questi piccoli pezzetti di spiaggia tra le mani. Immaginare e realizzare un oggetto che li contenga e che contenga anche me e quello che so fare. O quello che non so e che devo imparare.
Fly. Rame, corda, sabbia e frammenti di conchiglie. Pezzo unico (venduto)
Eccoci qui, con l'immensa soddisfazione di vedere che quello abbiamo creato piace molto, che ci fanno mille complimenti. Che qualcuno si innamora proprio di quel pezzo che per te ha un significato così grande, e lo porta a casa.
Foglia. Rame, corda, frammenti di conchiglie. Pezzo unico (venduto)
Eccoci qui, e questa è un'altra sfida. Una sfida diversa da quella che singolarmente viviamo nel nostro lavoro. E' la sfida di vedere insieme. Di immaginare insieme. Di fidarsi dove non si riesce a vedere da soli.
E' una gran bella sfida. E ne sono grata alla fortuna, e soprattutto ad Alberto, per il suo talento, per questa opportunità, e per crederci come ci credo io.
FossalonArt:
Blog
Artesanum
************* Se vi va di leggere anche il punto di vista di Alberto, il suo post che parla della nostra collaborazione:
FossalonArt & Beads and Tricks