ROMA – Paul McCartney si racconta al Corriere della Sera durante il suo tour: Sud America, Stati Uniti e anche l’Europa dove ha previsto soltanto quattro serate, una delle quali sarà all’Arena di Verona il 25 giugno (sold out).
Il pubblico considera questo tour una celebrazione per i 50 anni del primo album dei Beatles, ma McCartney non è d’accordo: “La gente analizza sempre quello che faccio, ma io cerco semplicemente di fare in modo che ogni show sia il migliore che abbia mai fatto. Penso che questo tour sia quello che la gente vuole sentire e quello che noi come band vogliamo suonare. Facciamo canzoni che non abbiamo mai suonato dal vivo in passato, e questo è una sfida interessante”.
“Il fatto è che non sono uno che celebra queste cose – prosegue – Io non tengo i conti. Intendiamoci, va benissimo che lo facciano altri, ma io non so mai se sono 50 anni o 60 anni da qualcosa… Lo leggo nei giornali che sono i 50 anni di Love Me Do…”.
Ma se John Lennon e George Harrison fossero ancora vivi questa sarebbe l’occasione per una reunion? “Quando ci siamo sciolti, ed è un peccato che sia accaduto, sentivamo di aver fatto il giro completo, di aver scritto una grande storia. Ma se George e John fossero vivi una reunion si potrebbe fare. Ma non lo sono, quindi poco importa…”.