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Beato Cassiodoro!

Creato il 18 luglio 2011 da Natale Zappalà
Beato Cassiodoro!Recentemente, l'arcivescovo di Catanzaro e Squillace Vincenzo Bertolone ha reso noto di aver avviato una causa di beatificazione nei confronti di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore (485-580 circa), uomo politico e scrittore originario di Scolacium (odierna Squillace), poiché – parole di Bertolone «questo grande studioso, a cui l’Europa deve tanto, sia considerato a pieno titolo un uomo della Chiesa, la cui opera e la cui santità è ancora molto sentita non soltanto in Calabria.»Ora, esulando dalle motivazioni religiose che poco interessano la divulgazione culturale – se sarà beatificato e poi santificato saranno pur affari dei fedeli cristiano-cattolici –, il punto è che Cassiodoro rientra nell'alveo di quei personaggi storici caratterizzati da «buona stampa», sui quali risulta difficile diffondere la verità. Considerato il vero e proprio fondatore del monastero di Vivarium (il cui nome deriva dall'allevamento ittico che sorgeva in loco) e dell'annesso scriptorium (biblioteca e centro di produzione libraria) a Squillace, poi assunto come modello di riferimento per l'organizzazione delle abbazie benedettine nel VI sec., chi era in realtà Cassiodoro?In primis, seppur sembrerebbe ipotizzabile un tardivo avvicinamento ideologico al cristianesimo, non ci sono prove certe di una sua conversione alla nuova religione, così come, del resto, non esistono elementi incontrovertibili circa la supposta paternità della fondazione del Vivarium. Appare infatti singolare notare che il pur vanaglorioso e autoreferenziale Cassiodoro non ne faccia alcun cenno all'interno delle sue opere – Chronica, Historia Gothorum, Ordo generis Cassiodororum, Variae, De anima, Expositio Psalmorum –, segno evidente che il centro squillaceo esisteva già, venendo magari semplicemente riorganizzato dallo scrittore quando egli vi si ritirò a vita privata nel 554, al termine della guerra gotica e della conseguente riconquista greca dell'Italia compiuta da Giustiniano.Ma Cassiodoro, vissuto in un contesto storico identificato dalla fine dell'Impero Romano di Occidente e dalle invasioni barbariche, agì soprattutto da «collaborazionista», sinonimo elegante di «traditore», facilitando lo stanziamento degli Ostrogoti del suo amico e sodale Teodorico nella penisola in barba alla popolazione greco-romana residente.Qual era il problema? I barbari – Goti, Vandali, Unni, Sarmati e via dicendo – da oltre due secoli costituivano il braccio armato degli imperatori romani condizionandone la politica, servendo in qualità di foederati («alleati») in cambio di stipendi, terre di confine e agevolazioni fiscali. Nel 476 Odoacre ebbe la geniale intuizione di smettere di accontentarsi dei contentini e di rivendicare un quinto delle terre italiche, detronizzando Romolo Augustolo e presentandosi agli occhi del legittimo Imperatore Romano d'Oriente, Zenone – al quale inviò le insegne imperiali rivendicando il solo titolo di «patrizio» –, come nuovo «protettore» dei territori occidentali. Per la cronaca, pochi sanno, a tal proposito, che ufficialmente l'ultimo Imperatore d'Occidente fu in realtà Giulio Nepote (proclamato nel 474, egli mantenne de jure il titolo imperiale fino alla sua morte, sopraggiunta nel 480), essendo Romolo Augustolo il figlio adolescente di un usurpatore.La brillante trovata di Odoacre fu in seguito – fra il 493 e il 526 – portata avanti dal nuovo padrone dei destini della penisola, il re ostrogoto Teodorico, il quale individuò in Cassiodoro un partner ideale al fine di realizzare le proprie mire. L'uomo politico squillaceo istituì infatti una commissione composta da patrizi romani con il compito di definire quali e quanti possedimenti sarebbero stati ceduti ai barbari. In sostanza, tale commissione decise di espropriare le terre dei propri nemici e confermare le proprietà dei loro amici: i primi furono costretti a emigrare a Costantinopoli mentre i secondi scelsero di appoggiare in tutto e per tutto il governo ostrogoto, al quale dovevano il mantenimento dei propri beni fondiari. Fabula significat che l'illustre conterraneo inaugurò quel secolare e deleterio malcostume secondo cui un politico meridionale spesso non esita a barattare la la prosperità della propria patria con le prospettive di una fulgida carriera. Carriera che, nel caso di Cassiodoro, fu lunga, prestigiosissima e strapagata, sino alla nomina a governatore di Sicilia e di Calabria. Guardacaso, quando gli eserciti romano-orientali riconquistarono la penisola italica Cassiodoro decise di ritirarsi dalla vita pubblica rinchiudendosi nel monastero di Squillace, ove impiegò il resto della sua vita a costruirsi quell'immagine immacolata di amante dei libri e della cultura che oggi è divenuta il motivo profondo della sua futura santificazione. Beato lui!

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