Mentre dormi, tutto può succedere. Lo sa bene ad esempio la coppia protagonista di Paranormal Activity. E lo scoprirà a sue spese la protagonista femminile di questo Bed Time. Bed Time? Ma il titolo originale non era Mientras duermes? Ecco una specialità talmente assurda e da contorsionisti che quasi quasi ammiro cotanto ingegno: un film spagnolo che viene rinominato in Italia con un titolo inglese. La prima domanda è: peeerché? La seconda domanda è: chi è il fenomeno che ha avuto una simile idea che voglio stringergli la mano? Intendo: stringergliela forte fino a spezzarla. Sarebbe stato così assurdo tradurlo con un semplice quanto efficace ed evocativo: “Mentre dormi”?
Comunque, mentre dorme la protagonista subisce a sua insaputa le visite di un losco figuro: Luis Tosar, il fenomenale Malamadre del carcerario Cella 211. Uno che la faccia da brutto ceffo ce l’ha proprio, forse per merito di quelle sopracciglia più impressionanti persino di quelle di Lily Collins. Luis Tosar in questa pelicula è un portiere. Non come Casillas. Non un portiere di calcio, bensì un portiere di un condominio. Credo sia una professione un pochino meno retribuita. Oltre a stare all’ingresso, è una sorta di tuttofare sempre a disposizione degli inquilini del palazzo. Persino troppo. Persino fuori dall’orario lavorativo. Di notte passa infatti il suo tempo libero nelle vesti di guardiano guardone perseguitando una povera donzella, interpretata dalla brava e bonita Marta Etura, già vista pure lei in Cella 211 e prossimamente di ritorno nelle sale italiane anche nel fantascientifico e consigliatissimo Eva (di cui parlerò quando uscirà, a fine agosto).
"Forza Juve, né!"
Il Tosar regala alla figura dello stalker un significato nuovo e ancor più inquietante di quello cui siamo abituati a vedere. Perché il suo personaggio è un maniaco, un vero maniaco, ma diverso dai soliti maniaci cinematografici suoi “colleghi”. La sua figura è osservata da vicino da Jaume Balaguerò, regista che tra un REC e un Darkness finora non mi aveva convinto molto e che qui invece è bravo a montare una tensione notevole così come anche a farci entrare nella vita e nella mente di uno squilibrato con un tocco delicato quanto spietato. La depressione del protagonista è un male congenito, con cui deve convivere ogni giorno della sua vita. L’unico modo che conosce per alleviarlo è rendere depresse anche le altre persone. Per lui la felicità non è un bicchiere di vino con un panino, bensì fare del male, rovinare la vita agli altri. È una specie di perfido anti-Amélie. Come non volergli bene? Ehm... più o meno...Attraverso la cattiveria del suo protagonista mostrata in una maniera molto umana, Mientras duermes si trasforma da classico film su uno stalker pazzo senza ragione, a quello che mi sentirei di definire un “thriller esistenziale”. Okay, dopo questa definizione, vi do’ il permesso di spernacchiarmi pure. Eppure è davvero così. Il film sa giocare la carta della tensione, in diverse scene parecchio notevole, soprattutto quella grandiosa di Tosar che deve uscire da sotto il letto mentre la protagonista sta facendo all’amore con il suo ragazzo. Però il film rifugge dai soliti facili meccanismi di paura, per creare un’atmosfera sempre più angosciante giocata sulla perversione del protagonista e pure su un uso ironico della colonna sonora, piuttosto che su effetti sonori e grida come fanno i registi di thriller/horror pigri. Ovvero la maggior parte di quelli odierni, tranne il grande Ti West e pochi altri.
"Per tutti i tifosi granata, beccati questa!"
Una piccola curiosità: la protagonista femminile di questo film spagnolo in una scena indossa una canotta non del Real o del Barca, bensì della Juve. Una possibile spiegazione a questo mistero dentro il mistero? La sceneggiatura, così come il romanzo da cui il film è tratto, è firmata dall’italiano Alberto Marini, di Torino per la precisione, quindi è possibile immaginare che sia un tifoso biancoenero e che abbia voluto lasciare il suo zampino con questo piccolo dettaglio. Ma può anche darsi che sia un sadico tifoso del Torino, visto che nel corso del film la protagonista juventina ne subirà di tutti i tipi...Se dobbiamo fare un plauso agli spagnoli che ultimamente non solo sono i migliori a giocare a calcio, ma sanno dire la loro pure a livello filmico, dobbiamo anche riconoscere che una parte del merito in questo caso va anche all’ottima, davvero ottima, sceneggiatura a firma di un nostro compatriota. Il fatto che abbia dovuto portarla in Spagna per vederla realizzata, deve però far riflettere sulla fuga di cervelli che coinvolge anche la sfera cinematografica. E sappiamo tutti benissimo quanto il cinema italiano attuale avrebbe un bisogno disperato di sceneggiature avvincenti, male-fiche e originali come questa.
A dispetto del titolo o meglio dei vari titoli italo-anglo-spagnoli dati, questo non è certo un film che fa dormire o da Bed Time. Direi anzi che è una delle visioni più tese degli ultimi tempi, in grado di catturare dall’inizio alla fine, nonostante l’apparente monotonia della routine del suo crudele protagonista. Oserei persino domandarmi: siamo di fronte al possibile thrillerone dell’anno? (voto 7,5/10)