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Viene normale farsi domande esistenziali se vedi film che te le porgono su piatti d'argento, così come è avvenuto subito dopo "Before Midnight" terzo capitolo [conclusivo?] del regista Richard Linklater con Ethan Hawke e Julie Delpy nel ruolo di una coppia che si è scelta e rincorsa, e che ora vive la maturità dell'età e quella delle aspirazioni, con un occhio filosofeggiante eppure estremamente lucido e volto alla quotidianità più estrema, quella di genitori quarantenni che per non perdersi continuano a cercarsi instancabilmente.
Ho apprezzato il linguaggio del film, quelle riprese amorevoli ed intime, fatte di quei discorsi che tra coppie non so quanti facciano, ma che sono comunque il raffigurare vicendevole di storie e situazioni, quelle che ti portano a farti domande sui perché e sui perchè no...
Io e Jn abbiamo visto questo film nel silenzio di una sala poco frequentata, un freddo martedì sera, con l'entusiasmo di due persone che amano in modo tanto differente da apparire opposto...
Mentre leggevo la pesantezza di lei e l'egoismo di lui, non ho potuto fare a meno di pensare a me stessa, alla mia relazione, a quel moto fondante che esprime il maschio mentre parla della paternità e del proprio sistema d'infallibilità, così verosimilmente collegabile a ciò che caratterizza anche il mio uomo.
L'amore è "per sempre"?
Continua a frullarmi in testa questa domanda, mentre penso all mia unione...
Questa realtà che vivo dopo averla scelta, senza imposizioni, ma solo perchè la volevo... come una sorta di banalissima conseguenza a ciò che più mi faceva stare bene.
Penso all'assenza di colpi di testa e di cuore, a quella specie di "stanca" che già può esserci dopo appena un anno di matrimonio, ma che non cela tutta quella negatività che potrebbe sembrare, semplicemente è prendere atto di un "dare per scontato", che è "banale" realtà della mia coppia, ma che penso non sia così estranea a qualdirsivoglia altra unione...
Penso a quei silenzi che già ci riempiono le stanze, che sono così piacevoli perché non siamo costretti a riempirli di stupide parole, ma ce li godiamo con calma e senza reticenze...
Penso ai sogni, alle preoccupazioni, ai nostri mondi condivisi, anche partendo dalla banalità di un pranzo.
Penso che un giorno ci guarderemo e capiremo che avremo fatto la cosa giusta, così come lo sappiamo ora, che però c'è ancora un po' quel fiele da luna di miele e non vale, perchè è quando scema l'entusiasmo che si fanno veri e puri i giochi...
Penso che belli come noi non ce ne siano, che la nostra unicità chi la capisce è bravo, anche se noi non chiediamo a nessuno di comprenderla ne condividerla, semmai rispettarla, quello si, che non si sa mai della vita degli altri, e allora perché scardinare ed analizzare la nostra?
Ho visto un gran bel film.
Che non inizia e non finisce, solo c'è.
Ed è bello così.
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