Partenza da Bologna in aereo e arrivo a Dublino. Da qui, in autobus, abbiamo percorso le verdi brughiere irlandesi, godendo di una tipica giornata uggiosa e piuttosto fredda per essere quasi inizio giugno.
La prima cosa che ti colpisce dell'Irlanda è il verde. Ovunque! Tantissimo e curatissimo. In città non trovi un'aiuola lasciata all'incuria e ai campi pensano gli animali lasciati liberi di pascolare.Siamo arrivati a Belfast un poco in anticipo, erano quasi le 20.00 e l'albergo ci aspettava per le 21.00 e quindi ci hanno spediti in giro per la città per poter preparare la nostra cena. Perché tutti gli altri ospiti cenano ben prima. Là cenano tutti prestissimo, in modo da scappare subito ai pub!Così abbiamo seguito la nostra guida, senza in realtà entrare da nessuna parte.Quindi foto solo dall'esterno e occhiate divertite alla gente fuori dai pub. Ho visto gente alle 20.15 seduti ad un tavolino quadrato che sarà stato di 40/50 cm di lato: completamente ricoperto da bicchieri di birra. Ma non boccali, bicchieri. Non abbiamo mai capito cosa dovessero fare quei due...Le ombre cominciavano ad allungarsi, ma qualche foto l'ho scattata lo stesso con la mia videocamera. Motivo per cui la risoluzione non è eccelsa.Era una giornata dal tempo mutevole, come uno si aspetta che sia in IrlandaIl cielo di un azzurro intenso e fiocchi bianchi che correvano veloce, poi improvvisamente si chiudeva e giù qualche goccia di pioggia e di nuovo spuntava il sole. Proprio come la canzone della Mannoia.Abbiamo visitato l'università e giuro, ho avuto voglia di riprendere gli studi. Perché andare in un posto del genere sarebbe stato una favola. Ritornati in albergo, abbiamo consumato la cena prevista dal nostro tour operator: niente di eccezionale, ma era molto gustosa. Poi nanna.L'indomani ci siamo preparati per fare un tour del quartiere protestante, con gli scongiuri dell'autista dell'autobus che aveva i colori dell'Irlanda del sud sull'autobus. Insomma, certe cicatrici ci sono ancora da quelle parti e alcune ferite sanguinano ancora.
Mentre tutti salivano sull'autobus... ecco che abbiamo scovato un raduno di viaggiatori del tempo... Ma erano tutte posteggiate e nessuno ha mai superato le 85 miglia all'ora, per il tempo che siamo rimasti lì.L'aneddoto della visita che più mi ha colpito è in merito al pub "The Crown"
È un bel locale tipico e sul pavimento, proprio all'ingresso prima della porta, c'è la corona inglese stampata sul marciapiede.Fu inaugurato da una coppia: lei protestante, lui cattolico. Lei pretese che il marito omaggiasse la corona inglese inserendo nel locale una sua raffigurazione, pena il divorzio.Lui, che tanto l'amava, l'accontentò. La corona inglese la fece apporre sull'ingresso, in modo che tutti, entrando, dovessero calpestarla. Innamorato, ma mica fesso!Da Belfast abbiamo imboccato la strada che costeggiava la costa orientale, diretti a Carrick Fergus, ma di questo, ne parleremo la prossima volta...Daniela