"Come famiglia non abbiamo paura, desideriamo che si arrenda, che si consegni per portare le risposte che tutti cerchiamo, preferiamo vederlo in prigione che in un cimitero": così Mohamed, il fratello di Salah Abdeslam in un'intervista al primo canale della tv pubblica Rtbf (La Une).
"Credo - ha proseguito - che i miei fratelli non si siano radicalizzati ma siano stati manipolati. Certo che ero vicino a loro, conversavamo di cose banali, hanno avuto un cambiamento da sei mesi a questa parte ma non preoccupante", ha spiegato Mohamed. "Quando tuo fratello ti dice che ha smesso di bere o che si interessa più di religione, non è necessariamente una cambio radicale", ha detto.
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