La bellezza- scrive Ravasi - è il campo di battaglia in cui Dio e Satana si giocano il cuore dell'uomo.
E riporta la frase dall"Idiota" che Dostoevskij compose tra il 1868 e il 1869.
L'imponente e tragica figura del principe Myskin, che un po'tutti abbiamo imparato a conoscere nel corso della lettura del ponderoso libro del grande scrittore russo, ci rivela sì che "la bellezza salverà il mondo" ma ne svela anche il profilo bifronte.
L'aveva già intuito il mondo classico -continua Ravasi - quando all'armonia apollinea della bellezza ne aveva appaiato il volto dionisiaco orgiastico e fin stravolto.
Il bello può essere illusione, miraggio e persino inganno, come spesso accade nella fatuità dei corpi levigati e senz'anima.
Ma è anche la via pulchritudinis ad Deum, come insegnava la grande spiritualità, certa che là si svelassero le epifanie divine.
Un po' come avviene per la solitudine - è Nabokov stavolta un altro russo a suggerirlo - che è anch'essa"il campo di gioco di Satana" quando è isolamento ma che è spazio mistico quando è contemplazione silente.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)