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Belpietro semina zizzania. Libero:”Via i vertici, ripartiamo!”

Creato il 24 maggio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Sembrano inequivocabili le tendenze centrifughe che animano il direttore del quotidiano dell’area PdL, che chiede un azzeramento dei vertici per favorire una nuova stagione politica. E Berlusconi ha un asso nella manica: il grande centro?Caro PdL,

No… non è così che inizia la lettera che il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, quel simpatico ragazzotto che si fa inventare le aggressioni in casa e che dirige l’organo di informazione (più o meno) ufficiale del Partito della Libertà, ha indirizzato ai vertici del partito.

Partito, per chissà dove, e non ancora tornato. Perché è questa l’aria che tira intorno alla creatura politica tutta convention e aperitivi chic, tutta tette e tutti tonti. Belpietro, dall’alto del suo pulpito, invoca un azzeramento dei vertici del partito, senza rendersi conto che se ciò accadesse, lui resterebbe quasi disoccupato. Sembra, l’intervento del direttore, il classico dissenso interno controllato, quello indispensabile affinché un movimento dia parvenza di democraticità e coesione (che si materializza laddove non sussista una scissione, e Belpietro non può scindere alcunché…).

Siamo tutti in attesa della nuova, ennesima, creatura politica che salterà fuori dal cilindro del  mago di Arcore, che definisce meglio la sua posizione, riconoscendo di non essere più il candidato naturale a Palazzo Chigi. Si defila, forse non si ricandida nemmeno alle Politiche. Vuole essere pregato? Vuole sentirsi dire “Silvio, senza di te noi non viviamo!!” ? Gli basterebbe organizzare una gara di burlesque, non presiedere nell’ombra alla creazione del grande centro. Vuoi vedere che, dopo Ibrahimovic, Silvio ci regala una Ferrari? Non è un mistero che il Cavaliere strizza l’occhio a Montezemolo, anch’egli pronto a scendere in pista (giammai in campo,per carità!) per il bene, c’è da scommetterlo, della nazione. E, elettoralmente parlando, dovrà necessariamente stringere la mano al Pierferdy, quel Casini che potrebbe fare la differenza tra una maggioranza risicata ed una stabile, difficile da perseguire laddove ci siano interessi da difendere (e Casini in Caltagirone, di interessi da difendere, ne ha giusto un paio…).

Un altro imprenditore prova ad imboccare la strada della politica sull’onda degli slogan e dei successi conseguiti in altri campi. Basterà il cavallino rampante per far ripartire una nazione? Lo dubitiamo severamente, in fondo Montezemolo non è tanto diverso da chi lo ha preceduto, è una sorta di riedizione forzitalista in salsa Ferrari: ci immaginiamo già le prime foto di Montezemolo, magari seduto sull’anteriore sinistra di una Rossa, a fare un po’ il verso alle foto nella sala trofei del Milan che accompagnavano gli esordi in politica del primissimo Cavaliere.

E il PdL? Ormai è una mina vagante, in attesa dell’esplosione che ne disintegrerà quel che ne è rimasto. Si parla di “grosso listone civico nazionale”, un po’ come i Maya parlavano del 21 dicembre prossimo venturo: credibilità prossima allo zero, una realtà stravolta. Il Cavaliere dice di aver pronta la ricetta, gli ingredienti sono i giovani provenienti dalle organizzazioni giovanili del partito: tra i giovani quindi, sceglie i più vecchi, quelli già inseriti in un contesto partitico ben delimitato. Chiunque abbia fatto parte di un’organizzazione giovanile è ben consapevole di certe dinamiche, e di come un ventenne possa ragionare da ultrasessantenne democristiano della primissima repubblica. Ha pronto un riciclo, Berlusconi. Non un rinnovamento, per questo il PdL è destinato ad una ingloriosa scomparsa. Troppo difficile far coesistere nel lungo periodo anime ed interessi troppo eterogenei: il 2009 ha segnato il punto di svolta per il partito, l’aver fagocitato Alleanza Nazionale è stato un affare soltanto per qualche signorina allegrotta che prima abitava in via della Scrofa. Mettersi in casa i vari Fini, Gasparri, La Russa ha accelerato la fine di un’esperienza politica che ha fatto il suo tempo.

La storia è destinata a ripetersi, perché non si è ben compreso quello che è successo: il centrodestra ha perso per la poca credibilità dei suoi alti gradi. La gestione del paese è cosa delicata, non affidabile a lavandaie da talk show e ragazzine in cerca di visibilità televisiva. Non si vuole accettare il dato incontrovertibile della

Belpietro semina zizzania. Libero:”Via i vertici, ripartiamo!”

Montezemolo:nuovo che avanza o vecchio che ritorna?


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