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Belpietro vince il ricorso, l’Italia dovrà riconoscergli un risarcimento

Creato il 25 settembre 2013 da Molipier @pier78
Belpietro vince il ricorso, l’Italia dovrà riconoscergli un risarcimento Pierpaolo Molinari Pierpaolo Molinari vedi altri articoli 25 settembre 2013 08:30

La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha emesso la sua sentenza: Maurizio Belpietro è innocente e l’Italia è colpevole di aver violato il diritto alla libertà di espressione dell’attuale direttore del quotidiano Libero: «Condannare un giornalista alla prigione è una violazione della libertà d’espressione, salvo casi eccezionali come incitamento alla violenza o diffusione di discorsi razzisti».

Strasburgo ha così annullato la sentenza della Corte d’Appello di Milano e ha condannato l’Italia al risarcimento nei confronti del giornalista di 10mila euro per i danni morali e 5mila euro per le spese processuali per aver negato il diritto alla libertà d’espressione del direttore di Libero.

L’accusa di diffamazione con la conseguente condanna a quattro anni di reclusione è arrivata dopo che, nel 2004, era stato pubblicato un articolo firmato da Raffaele Iannuzzi intitolato «Mafia, 13anni di scontri tra PM e Carabinieri», ritenuto diffamatorio nei confronti dei magistrati Giancarlo Caselli e Guido Lo Forte.

I giudici della Corte Europea hanno spiegato che un reato commesso attraverso la stampa è in contraddizione con la libertà d’espressione dei giornalisti, garantita dall’articolo 10 della convenzione europea dei diritti umani.

La reclusione, soprattutto, anche se poi sospesa, costituisce la violazione della libertà di espressione e si può parlare di reato nei confronti di un giornalista solo nel caso in cui questi inciti alla violenza o diffonda discorsi razzisti. L’articolo di Iannuzzi è stato considerato sì diffamatorio ma non rientra nei casi per cui si possa condannare un giornalista alla reclusione.

Oltre ai quattro anni di prigione, Belpietro dovette risarcire i due magistrati per un totale di 110mila euro.

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