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Ben vengano le dimissioni di Andrea Lignani e di Alfredo De Sio, è un importante contributo alla necessità di chiarezza

Creato il 15 febbraio 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Sandra Monacelli – Udc

In seguito ai fatti giudiziari che hanno colpito il vicepresidente del consiglio regionale dell’Umbria e una larga fetta di politici del Comune di Gubbio, sorprende il fariseismo di alcune dichiarazioni con le quali alcune forze politiche tentano in queste ore di prendere le distanze da persone, fatti e situazioni che fino a poco tempo prima rappresentavano una forte convergenza di interessi e motivo di soddisfazione. Se da un lato va evitato il rischio di generalizzazioni nei giudizi politici, dall’altro ugualmente occorre fare uno sforzo per non ridurre i problemi di queste ore a “fin troppo improbabili questioni individuali”. Infatti, grazie soprattutto al consenso personale e di partito ottenuto a Gubbio da Orfeo Goracci, Rifondazione Comunista ha potuto disporre in Umbria, nel corso degli ultimi dieci anni, di un risultato elettorale che, oltre ad averne garantito una rappresentanza consistente nelle istituzioni, le ha contestualmente permesso di esercitare un ruolo determinante nella negoziazione di posti e incarichi nella pubblica amministrazione e all’interno delle aziende controllate dalla politica. In forza di queste percentuali di consenso, superiori alla media nazionale, Rifondazione comunista, unitamente ad altre forze della sinistra radicale, ha spesso svolto una funzione di veto e di interdizione che hanno impedito l’avvio della stagione delle riforme, compromettendo e rallentando la capacità umbra di fronteggiare la crisi. Le diverse inchieste della magistratura, aperte in questi ultimi mesi, stanno portando alla luce nella nostra regione, laddove fossero confermati i diversi impianti accusatori, un sistema politico-affaristico che, basato esclusivamente sul mantenimento del potere, ha bloccato con sistematicità ogni processo riformatore e di cambiamento. Ben vengano dunque, come contributo alla necessità di chiarezza, le dimissioni di Andrea Lignani e di Alfredo De Sio dall’Ufficio di presidenza del consiglio regionale dell’Umbria, che impongono quest’oggi una accelerazione al dibattito dal quale intenderebbe, ma non può, sottrarsi la politica umbra. Non è questo il tempo in cui è consentito giocare al ribasso con approcci autoassolutori. Lanciamo forte il nostro allarme affinchè la regione si renda protagonista di una profonda riflessione volta a restituirle la credibilità oggi calpestata,per comprendere pienamente le ragioni che all’ombra di vittorie più o meno facili,hanno determinato l’attuale degenerazione politica,frutto avvelenato nell’Umbria (al)verde,di un mancato ricambio di idee e di persone.

 



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