Ogni tanto ci penso, lo ammetto. Qualche volta la mia mente vaga laggiù, Down Under, tra i negozi di George street, la spiaggia di Bondi beach, le vele dell’Opera House.
Ogni tanto ne sento il profumo, sento l’odore dei libri della libreria Dymocks, il sale sulla pelle per le passeggiate in spiaggia, mi ricordo persino l’odore dolciastro delle sale dell’Event Cinema del Westfield. E allora ripiombo laggiù, ritorno al 2009, a quell’estate in cui decisi di cambiare la mia vita. In cui decisi di mollare tutto, distruggermi e ripartire da zero.
L’Australia è stata fondamentale nella mia vita. Non scherzo quando lo dico, anzi lo scrivo. Se sono in Italia oggi, in questa casa, in questa città, con questo lavoro, lo devo a quel passaggio fondamentale, quel limbo australe durato un anno e mezzo, spartiacque essenziale della mia esistenza.
Nulla avviene per caso, ogni evento che mi è capitato si è legato a quello successivo, nulla è stato una coincidenza per me.
E stasera sono qui a pensarci. Penso a quanto è strana la vita, a quanto una semplice scelta può influenzare un’esistenza intera. Sono stata una pazza a partire così, senza capire, senza un perchè, spinta dalla disperazione. Ma è grazie a quella pazzia se poi mi sono ritrovata.
Se avessi continuato con la mia solita routine, la mia strada ormai spianata, se fossi rimasta nella mia abitudine, se non avessi avuto il coraggio o non fossi stata così folle per mollare tutto e partire verso l’ignoto, mi sarei persa per sempre.
Sarei sicuramente, inevitabilmente e irrimediabilmente impazzita.
E parlo di quella pazzia malata, depressa, dalla quale non ne esci. Mi sarei fatta avvolgere dalla depressione, avrei continuato a vedere tutto nero, avrei pensato al mio destino come ineluttabile, immutabile, senza speranza, in un paese in cui non credevo più.
E invece l’inconscio, quel benedetto maggio del 2009, mi ha dato una mano. E’ riuscito a non annegare in quella nebbia di angoscia che già aveva avvolto il mio cuore e stava offuscando la mia ragione, ha fatto un balzo e mi ha salvato.
Da vera incosciente, appunto, ho prenotato in pochi giorni il biglietto per il mio destino. Non mi sono voltata indietro nemmeno per un attimo e sono partita verso un bellissimo ignoto.
La pazzia, quella sana, se esiste un modo per definire sana la pazzia che non suoni come un ossimoro, è una manna dal cielo. La pazzia in certi frangenti della vita ti può salvare. Ti fa compiere quel balzo in avanti che da “normale” non si avrebbe mai il coraggio di fare. La pazzia in un certo senso può renderci unici, ci può far spiccare il volo rispetto agli altri. La pazzia può essere salvifica.
Quella giusta, quella moderata. Anche qui, parlare di pazzia moderata è una follia in se stessa. Ma come tutti i sentimenti, anche questo va dosato, se si riesce. Uno quando impazzisce o si innamora (è forse la stessa cosa?) difficilmente si controlla, ma chi ci riesce ha il proprio destino in mano.
Io sono riuscita a dosare quella pazzia, l’ho usata per spiccare il volo verso l’Australia e l’ho messa da parte, a poco a poco, per rimpiazzarla con la ragione e il cuore che erano rimasti un attimo indietro. Alla fine l’ho calmata, la ragione ha preso il sopravvento e dopo un anno e mezzo sono tornata. Ma se non fosse stata per la mia cara amica follia, non avrei mai fatto quello che ho fatto. E non sarei più riuscita a riamare di nuovo il mio paese, come invece è successo.
E, lo ammetto, bisogna essere proprio folli per amare l’Italia.
Il mio, questa sera, è un piccolo invito a lasciarvi andare. Uscire un attimo dagli schemi, provare a inseguire i vostri sogni anche se sembra folle, anche se tutti vi ridono dietro. Steve Jobs diceva: siate folli, siate affamati.
E aveva ragione. La fame non mi è mai mancata ovviamente, la pazzia anche. Ho mollato tanti lavoro, ho mandato al diavolo chi mi stava sull’anima, ho detto le cose in faccia anche quando non era il caso di dirle in nome di quella pazzia che ha sempre albergato nella mia mente. E al culmine di tutto, ho fatto l’atto più folle della mia vita: sono letteralmente scappata in Australia.
Non vi invito a scappare, solo ad avere il coraggio, o meglio la giusta dose di pazzia per spiccare il vostro volo personale. Perchè senza quella, i sogni non si possono realizzare.
Sogni e pazzia vanno di pari passo, non si realizzano gli uni senza l’altra.
Come cantano i The Ark: solo uno stupido può restare sano di mente.