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Benedicici oh santiago.

Creato il 08 dicembre 2011 da Lollo

“Noi quattro andiamo a Santiago i primi di Dicembre.”Fu l’affermazione iniziale seguita da “Vengo pure io.” Ripetuto per circa 14 volte.Quando un Erasmus si muove e fa il check in online per qualche volo Low Cost, è probabile che non possa viaggiare alla ricerca del proprio io spirituale senza almeno una decina di persone alle calcagna.Tra quei 18 pellegrini che hanno voluto ispezionare la propria religiosità a Santiago di Compostela c’ero pure io.
Io: “Laura mi dici a che ora prendete l’aereo che prenoto?”Laura: “ Alle 14.30 Barcelona- Santiago.”
Prenotato. L’ultima volta che ho potuto utilizzare la mia Poste-Dio-l’abbia-in-gloria-Pay prima che venisse clonata. Una settimana dopo.
Sabrina: “Mi dici a che ora avete prenotato il volo?”Io: “14.30 PRECISE.”
Un’altra settimana dopo.Valentina: “Perché noi abbiamo prenotato quello delle 14 mentre gli altri partono a mezzogiorno?”Io: “Colpa di Laura.”
Morale della favola, la sovra citata Laura in un trip di amnesia è riuscita a prenotare il volo sbagliato pur essendo davanti a due persone così precise e pazienti da indicarle su una lavagnetta luminosa con laser rosso puntato sul sito Ryan Air.Nulla di grave, tutti e 18 siamo riusciti a sopravvivere al volo sul quale tentano di vendere un imbarazzante calendario semi-sexy di hostess Ryan Air, che non sono sempre delle Veneri di Milo.Occupato un intero ostello scopriamo le bellezze di Santiago, ultima tappa di un cammino che da Roma conta 45 giorni. Atmosfera nostalgica e gotica, cattedrale che toglie il fiato e in cui si può abbracciare il busto di San Giacomo costellato di pietre preziose e innalzato su un delicatissimo altare barocco in lamina d’oro.Sobrio e per niente “schiaffo alla miseria c’è gente che muore di fame proprio fuori dalla cattedrale.” Torri barocche alte 74 metri, impianto romanico, pianta a croce latina con matronei continui anche nella sezione dei transetti.[Ho dato l’esame di architettura medievale mica per niente, quindi permettetemi di tirarmela.]Le stradine strette su cui si affacciano osterie locali con il polpo alla galiziana in vetrina, i piccoli pub dove ci si ubriaca per non morire di umidità, i portici sotto ai quali un artista di strada suona e il suo amico clochard spaventa il sottoscritto che fugge come un cerbiatto in amore.Si mangia con 8 euro e qualsiasi piatto ha come contorno patatine fritte.
“Ma come si chiama quella roba tipica, la SPANDRERA?”“Empanada Lollo, empanada.”Sazi come non mai si paga il conto quasi contenti.
“Laura ha ingoiato 18 chili di patate e ha pagato solo 2.70 euro” dice giustamente Gloria.Anche se la lettura del menù ogni tanto aveva bisogno di qualche traduzione.
“Ma che cos’è l’empanada?” chiede Alice curiosa.“Pizza” risponde Antonia detta Giovanna che vedrebbe la pizza napoletana anche nelle reliquie del santo apostolo.
È tutto molto bello e come sono solito fare nei miei viaggi da turista vestito malamente esclamo un “Uh che bello!” per qualsiasi cosa.Che sia un balcone, una finestra o una grondaia arrugginita. L’aria mistica la si percepisce in qualsiasi angolo, in qualsiasi angolo tenti di ritrovare te stesso e a rispondere a domande difficili sul senso della vita come per esempio “Di che colore li faccio gli occhiali nuovi di Prada?”.A Santiago c’è uno splendido parco dove i colori d’autunno incontrano l’aria frizzante di un inverno umidiccio. È qui che la saggezza di Elisa ci invita al silenzio e alla contemplazione nel rispetto di un anziano signore seduto di spalle su una panchina.“Starà parlando con la moglie recentemente scomparsa.”“Ha deciso di pensare alla sua vita vicino a questo faggio.”In realtà si stava accorciando le unghie con un taglierino.
La gita a Vigo, località che si affaccia su un’insenatura dell’oceano, che ricordo essere un mare grande e non una pozzanghera, è stata alquanto deleteria per una stanchezza che ci ha travolto miseramente.Una bella città, con tanti negozi chiusi, un sole caldo e un meraviglioso Mc Donald’s in cui passare due ore guardandosi negli occhi arrivando alla conclusione che nella vita c’è solo una regola.“L’importante è la salute.”
Che tu abbia i baffi, che tu sia quasi pelato, che il tuo fidanzato ti chieda una pausa dopo che gli hai fatto una sorpresa commovente, che tu abbia il mestruo o le doppie punte, l’importante è sempre e solo la salute. L’ultima sera o meglio l’ultima cena è stato un momento davvero toccante.Due tavoli avvicinati come al matrimonio di una lontana cugina ciospa, due classi di invitati.La prima classe mangia pesce come se non ci fosse un domani, offre gamberetti lanciandoli e il cameriere dà loro del “Vosteres”, la seconda indossa maglioni dai colori imbarazzanti comprati al mercatino tutto un euro e compartisce una bottiglietta d’acqua di cui è sconosciuto il proprietario.È un convivio elegante.“Ma la cozza non assomiglia a…” sguardi maliziosi.“Perché mai la cozza dovrebbe assomigliare ad una vagina?”Risate, mal di pancia epocali e un gonfiore di stomaco che ciao Imodium in compresse ciao.Mi avevano chiesto di fare il discorso per il brindisi.Dove il concetto di brindisi in Galizia consiste nello scolarsi quei tre bottiglioni di grappa, crema e crema al caffè che il cameriere di Santo Domingo ci aveva offerto inconsapevole della nostra “sete”.
Rosso come un peperone o come quel maglione infeltrito che Sere ha indossato per tre giorni, riesco a elaborare una frase che passerà alla storia di questo viaggio dopo l’espressione “Dobbiamo pagare 5000 tonni ciascuno.”
“A noi sempre splendidi su qualunque cammino.” E riguardando commosso le foto penso che quel “splendidi” è davvero un’affettuosa bugia.

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