Era una partita dai tanti intrecci portoghesi quella di stasera a Lisbona: il ritorno degli avversari storici Hulk e Vilas Boas, ma anche dei vecchi amici come Witsel e Garay. Nessuno è stato però indulgente con i padroni di casa, che hanno dovuto scontare una netta, e a tratti sorprendente inferiorità, di fronte a degli avversari. E sono state proprio due vecchie conoscenze del campionato portoghese, Hulk e Witsel, a decidere le sorti del match: non solo coi gol, ma con prestazioni che sarebbe riduttivo definire maiuscole.
Il brasiliano, in particolare, pare lontano dalle appannate prestazioni del mondiale, e per tutta la partita costringe il portiere (anzi, i portieri, come vedremo) del Benfica ad interventi al limite delle possibilità umane. E’ proprio lui ad aprire le marcature al quinto minuto: servito da un diagonale di Shatov tocca deliziosamente di piatto sinistro e mette in rete scavalcando Artur. Il portiere del Benfica a mettere ulteriormente nei guai i suoi facendosi espellere solo pochi minuti dopo per un intervento ai danni di Danny, e si capisce subito che per il Benfica sarà una notte molto lunga. Al 22′ è proprio un ex delle Aguias a portare a segno il raddoppio per lo Zenit: calcio d’angolo e incornata di Witsel che si stampa sul palo e supera la linea di porta, 2-0.
Il Benfica tenta la reazione ma le sue manovre sono sconnesse, e messe in difficoltà da un pressing serrato dei russi che sono fisicamente in forma strepitosa. Solo Salvio, di tanto in tanto, azzarda qualche incursione, ma i suoi tentativi si perdono nella più totale solitudine. Lo Zenit fa melina, e il Benfica non reagisce.
Nel secondo tempo il registro non cambia. Lo Zenit non perde la verve di inizio gara e continua a costringere i portoghesi a un gioco frammentato e poco efficace. E’ una partita allo stesso tempo dura, dove gli ospiti non si risparmiano nel prendere frequentemente a scarpate i giocatori con la maglietta rossa. Ci sarebbe forse anche un rigore, sempre su Salvio, ma l’arbitro, decisamente indulgente per tutti i novanta minuti, lascia correre. L’unica vera occasione per le Aguias arriva a metà ripresa, con un gran colpo di testa del solito Luisão, al quale Lodigin risponde con una prodezza da gran portiere. E’ ancora Hulk poi che prova a chiudere la partita al 67′ con una bordata delle sue, ma Paulo Lopes, entrato al posto di Artur, risponde con un intervento miracoloso in calcio d’angolo.
Nella seconda parte della ripresa il Benfica si gioca le ultime carte gettandosi tutto in avanti: lo Zenit ne approfitta per chiuderla con Rondon ma il giocatore tutto solo davanti al portiere apre troppo il piattone destro e manda fuori. Poco cambierà, comunque, per il Benfica. In una notte appannata, la squadra di Jorge Jesus esce dal campo raccogliendo i cocci di una prestazione opaca. Lo Zenit, dopo le buone prove in patria, mostra i muscoli finalmente anche in Europa. E da quello che abbiamo visto stasera possiamo giurare che non sia finita qui.
Formazioni:
BENFICA - Artur, Maxi Pereira, Luisão, Jardel, Eliseu, Samaris (75′ Andrè Almeida), Enzo Peréz, Salvio, Talisca (20′ Paulo Lopes), Gaitàn, Lima (74′ Derley) ZENIT SAN PIETROBURGO – Lodigin, Smlnikov (46′ Anyukov), Lombaerts, Garay, Criscito, Shatov, Javi Garcia, Witsel, Hulk (85′ Arshavin), Danny, RondonIl tabellino:
Hulk 5′; Witsel 22′ (ZSA)
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