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Bentornati a casa

Creato il 21 ottobre 2013 da Ilnazionale @ilNazionale
Bentornati a casa

La coda dei tifosi allo stadio

  21 OTTOBRE – È passato più di un anno dall’ultima volta, ma rivedere il Sant’Elia lascia impresse sempre le stesse emozioni. Il Cagliari, dopo un ignominioso esilio durato 18 mesi, è ritornato finalmente a casa sua, nel suo stadio, con i suoi tifosi. Naturalmente quelli di ieri (19 ottobre) non sono stati festeggiamenti in pompa magna, dato che l’impianto, aperto solo a pochi intimi, è ancora in piena fase di restauro e vedere tanti settori vuoti ha lasciato un poco di nostalgia nel cuore di tutti. La squadra, nonostante tutto, ha festeggiato la fine della sua tribolata avventura nel modo migliore, con una buona vittoria (2- 1) contro un modesto Catania, grazie ai gol di Ibarbo e Pinilla. Alla vigilia le due squadre condividevano una situazione di classifica non dissimile, reduci rispettivamente da una batosta rimediata a Udine e da un pareggio contro il Genoa, ma i padroni di casa non vincevano contro gli etnei dal 24 aprile 2012 ( 3-0).

Lopez ha risposto al 4 – 3 – 3 del mister Maran, il quale è riuscito a recuperare le due pedine importanti Izco e Barrientos, con il consueto 4- 3- 1- 2, sostituendo Ekdal con Cabrera sulla mediana e in difesa Murru a sinistra e Gabriele Perico a destra. In attacco, Pinilla, rientrato dal Cile, è partito dalla panchina e ha lasciato spazio alla coppia Ibarbo – Sau.

Quella vista dai 4.798 tifosi sugli spalti non è stata però una bella partita. Il Cagliari infatti è subito partito male, spento e impacciato, capace di subire gol su calcio piazzato nel modo più ingenuo possibile, con Bergessio molto abile a sfruttare un calcio d’angolo ben battuto Plasil. Se si escludono alcune sporadiche iniziative di Cossu e Conti, si può dire che i rossoblù abbiano iniziato a carburare solamente dopo venti minuti di gioco sonnacchioso, arrivando al pareggio con Ibarbo, capace sia di siglare un gol fantastico su girata  – sebbene il colombiano non abbia iniziato la gara con il piede giusto- sia di sbagliare un calcio di rigore gentilmente regalato appena prima dell’intervallo dal difensore Legrottaglie che lo ha atterrato in area (con conseguente espulsione del difensore). 

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Gli Ultras rossoblù

Totalmente diverso è stato il secondo tempo. Il Cagliari, forte anche della sua superiorità numerica, ha cambiato completamente faccia, mostrandosi decisamente più propositivo e mettendo a punto un gioco molto più articolato. Molto buona è stata la prova di Andrea Cossu, i cui spunti hanno dato uno sprint decisivo all’attacco, e di Cabrera che nella posizione ricoperta non se l’è cavata tanto male. 

Il Catania non ha praticamente costruito più nulla, benché Maran abbia cercato di raddrizzare la situazione; grande merito va a Lopez che ha deciso di buttare nella mischia Pinilla al posto di un mediocre Marco Sau. Il cileno, reduce dalle fatiche con la sua Nazionale, ha trovato grande intesa con il colombiano Ibarbo, il quale nella seconda parte di partita ha finalmente avuto modo di scatenare al cento per cento le sue progressioni. La rete di “Pinigol”, lesto a buttare dentro il pallone respinto dal palo, è arrivata un po’ per caso e un po’ come premio al coraggio del bomber che ha voluto ripagare l’affetto dei tifosi che in tutto e per tutto sono sempre rimasti vicini alla squadra. Rimarranno nella storia la sua folle corsa verso la Curva Nord e l’abbraccio collettivo degli ultras cagliaritani.

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Le poltroncine dei Distinti deserte

Di certo la vittoria della compagine sarda non è stata una delle migliori del suo percorso calcistico, ma è stata frutto di un veloce cambiamento di mentalità in corso d’opera, coadiuvato da buone scelte tecniche di mister Lopez e da un ritrovato equilibrio di tutto il gruppo, dopo lo sbandamento iniziale, forse dovuto all’emozione del ritorno a casa. Indubbiamente sarà necessario lavorare sulla difesa, dato che troppi gol sono stati viziati dai suoi errori e continuare a mantenere lo stesso livello di concentrazione e la stessa compattezza, in vista di due trasferte davvero toste – a Roma contro la Lazio e a Verona contro l’Hellas -  intervallate dal turno infrasettimanale casalingo contro il Bologna.

Naturalmente in un Sant’Elia al massimo della forma.

 Gianmarco Cossu

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