Probabilmente qualcuno si sarà indignato sentendo parlare di che lacrime grondino gli Ipod, Ipad e compagnia jobbante: la mela morsicata è il segno di un peccato di avidità che costringe gli operai della Foxconn di Shenzen a turni disumani, a vivere in dormitori pieni di topi e scarafaggi, a una disciplina di stile nazista e naturalmente al più assoluto silenzio anche sui suicidi che né le grate alle finestre, né i monaci buddisti chiamati a portare calma, hanno potuto arginare. Indignati, ma insomma visto che dopotutto accade in Cina chi se ne frega, non ci riguarda: per pochi euro sappiamo come scaricare l’applicazione protest and forget.
Ma non si fanno i conti con la realtà del capitalismo di oggi e non sospettiamo come la Cina sia vicina e come certe pratiche molto vantaggiose per quei pochi individui che ne ricavano enormi guadagni, tendano a diffondersi. Comincia a riguardarci invece, eccome. Pochi giorni fa la televisione tedesca ARD ha trasmesso un servizio sulle condizioni dell’enorme complesso di smistamento Amazon Deutschland, il più grande del mondo, dove almeno 5000 lavoratori temporanei extracomunitari vengano sfruttati senza ritegno a cominciare dalle 12 ore al giorno o più che sono quasi sempre costretti a fare, alle misere stanzette nelle quali sono alloggiati e al servizio di sorveglianza affidato a un’associazione neonazista. (Chi vuole vedere il servizio questo è il link che da accesso a 14 video) .
Quest’ultimo particolare in realtà è solo un incidente, l’errore di un manager desideroso di dare una mano ai suoi amici o forse abbastanza stupido (non sorprende nei manager ben pagati) da non capire che chiamare i neonazi avrebbe attirato spiacevoli attenzioni: ma anche se la sorveglianza fosse stata affidata a un normale istituto, la realtà rimane quella del super sfruttamento dei lavoratori, pagati ovviamente sotto le tariffe legali, spesso costretti a lavorare gratis negli intervalli fra i contratti temporanei, approfittando dei sussidio di disoccupazione statale. su diecimila dipendenti totali di Amazon Deutschland nemmeno uno, (salvo i dirigenti s’intende) ha un contratto a tempo indeterminato. Sono incipienti segnali di vero e proprio schiavismo. Qualcosa che accade nel cuore dell’Europa, ma che ha già molti esempi nella sua periferia, a cominciare dalle 12 ore di lavoro in catena di montaggio degli operai di Fiat Serbia. E ci si chiede vale la pena leggere libri o ascoltare musica comprata da Amazon, quando poi si accettano queste realtà? Da notare che Amazon ha un profitto annuale che si situa sui 6 miliardi e mezzo.
Strano che ciò non desti alcuna inquietudine nelle forze politiche che si dichiarano di sinistra, sempre disponibili a manomettere i diritti e concedere impropri spazi di manovra ai potentati economici e nemmeno nei sindacati che si lasciano trascinare sul piano inclinato che pian piano porta a condizioni nemmeno immaginabili fino a pochi anni fa. Si comincia col poco e poi si è sempre più trascinati verso il basso.
Ma noi siano in Europa e così come non si poteva immaginare che proprio l’Ue causasse una crisi umanitaria in Grecia, nello stesso modo pensiamo che i neonazisti posti a sorveglianza dove il lavoro non rende liberi, ma schiavi, siano solo un pessimo sogno. Ci attacchiamo a qualche illusoria applicazione, cannot happen here, cannot happen to me. E pare che qualcuno ancora non si sia accorto che sono applicazioni fasulle.