Nell’ultimo commento non ho toccato – o comunque non l’ho sviluppata a dovere – la questione attinente allo sviluppo di fonti d’informazione davvero libere e non irreggimentate. Sto ovviamente parlando dei blog, realtà importanti che stanno proliferando (anche inflazionando?) e che ormai appartengono a pieno titolo al ventaglio dei mass-media Ma con un limite, evidente: una scarsa diffusione, almeno per la maggior parte di essi. Dovuta non solo a quello che viene definito digital divide (difficoltà dell’accesso a internet per una fetta della popolazione), ma anche alla poca dimestichezza che molti hanno col mezzo. Mio padre, per esempio, si forma un’opinione leggendo la ‘Provincia’ o al massimo ‘CremonaOggi’. Il blog sul quale stiamo alimentando una discussione (anzi più d’una) molto interessante e mi auguro proficua, lui non sa nemmeno se esiste. Purtroppo pochi sono i ‘diari personali’ in grado di fare opinione. E il mercato (leggi: i lettori) fa selezione. Una selezione naturale e spietata, perchè ogni giorno non si possono leggere dieci-quindici blog. Non c’è il tempo materiale per farlo. Per questo che i primi benvenuti siano i blog che trattano di problemi e di questioni locali. Blog che mi piacerebbe si facessero largo anche fra i non addetti ai lavori. (Questo è il loro attuale e vero limite: quello di non essere letti dalla massa). Sarei lieto se quello di Zignani riuscisse nell’impresa. Democrazia ‘liquida’, ‘dal basso’, partecipativa. I blog ne sono il canale privilegiato. Pane al pane, vino al vino. Senza remore, senza freni, se non quelli imposti dalla deontologia professionale (se si è iscritti all’albo) e ovviamente dal rispetto delle persone.
Don Pizzarro
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