Dopo una lunga pausa sono ritornata mestamente in palestra, luogo che detesto profondamente. Questa volta, forzata dal mio cardiologo che vuole togliermi un betabloccante che oltretutto mi fa anche ingrassare, mi ha messo le spalle al muro, “Si prenda un personal trainer”….
Ah, con il mio caratterino già l’idea mi faceva ridere e così mi sono messa alla caccia di uno che potesse tenermi testa.
La prima, in una palestra di sole donne, una tipa tutta strizzata in tutina fucsia che mi diceva che insegnava zumba. Ma soprattutto, ha detto la cosa sbagliata, “dimmi quello che vuoi fare” ah ah, nulla…
Quindi mi sembra che già si partiva sul piano sbagliato.
La seconda opzione era la succursale di una catena di palestre trendy, dove la mattina ci sono quarantenni che disperatamente cercano di tenersi in forma e il pomeriggio/ sera, teens e giovanotti con troppi ormoni.
Entro decisa a non ripagare un anno ed a re-inscrivermi alle mie condizioni. D’altra parte una volta sul lavoro era famosa per le contrattazioni feroci. E così alla ragazzetta di turno ho dettato le mie condizioni: 6 mesi, personal trainer 2 volte a settimana, che scelgo io, in modo insindacabile.
Il primo che mi indica era il classico esaltato, pelato, che grugniva alla sbarra quando faceva gli esercizi madido di sudore. Al mio netto rifiuto, pago io, deve essere umano e gentile, la ragazzetta, per sua fortuna e mia mi dice che c’è un trainer che viveva a New York.
L. non sembra esaltato, si scusa di essere impresentabile dopo il work-out, (punto a suo favore), ritorna fresco di doccia, cordiale e attento. E penso, vuoi vedere che adesso supera il mio test? Il mio test è dire in tutta onestà che sono, pigra, detesto la palestra, non voglio andarci, devo essere spronata, e che se non fosse per ordini medici non sarei lì, e che non ho un carattere facile…
Non batte ciglio… he’s my man ….Non ha fatto l’errore di dire lavoreremo insieme, dimmi cosa vuoi. Etc…
Proprio quello che cercavo (continua)
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