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Benvenuto in Cina: in sole 24 ore - Guangdong, Cina

Creato il 25 marzo 2011 da Pulfabio
Benvenuto in Cina: in sole 24 ore - Guangdong, Cina- Al confine tra Hong Kong e la Cina i bagagli sono passati ai raggi X. E' soltanto il primo passo di una lunga sequenza di ispezioni: le autorità cinesi sono davvero innamorate di quelle macchine a raggi X.- La gente si spinge e non rispetta l'ordine della fila al controllo passaporti: alcuni cinesi amano queste attività anche più dei raggi x.- L'ufficiale di frontiera chiede alla gente di alzare i capelli dalla fronte e poi scruta nervoso, perplesso, con sospetto e ripetutamente le foto dei passaporti.- Una lunga coda e un modulo da riempire per cambiare 1000 dollari di Hong Kong in Renminbi, cosa che avrei potuto fare in un minuto a Hong Kong se non avessi sottovalutato il lato oscuro della burocrazia cinese.- Prendo una fregatura quando compro una SIM card cinese, niente di grave comunque, visto che la ragazza che me la vende è molto gentile. Anche la gentilezza può avere il suo prezzo da queste parti. - Ancora raggi X per i bagagli all'entrata della stazione di Shenzhen. Ma siamo già a conoscenza del loro amore per i raggi X.- Nel treno viene formato un comitato per l'assegnazione dei numeri dei posti. Il fatto che i numeri fossero già riportati sui biglietti non sembra avere una grande importanza in questa fase.- Anche se a ognuno è già stato assegnato un posto (alle biglietterie prima e dal comitato dei passeggeri poi) la gente continua a stare in piedi, agitarsi e gridare per tutta la durata del viaggio.- Un labirinto di ringhiere è stato allestito nel piazzale della stazione di Guangzhou: bisogna camminare per circa un chilometro prima di raggiungere un hotel che si trova a duecento metri di distanza.- Il personale alla reception dell'hotel è piuttosto scorbutico: anche se pago la stanza in contanti ho l'impressione che mi si stia facendo un favore.- L'entrata della metro più vicina all'hotel è chiusa e le macchinette che distribuiscono i biglietti sono fuori servizio.- L'hotel è stato rinnovato di recente (e i prezzi sono quadruplicati dall'ultima volta che ci sono stato) ma qua e là si possono notare delle tracce della vecchia struttura: il legno della porta del bagno è marcio, c'è una vecchia macchia sulla parete vicino a un mobile, un graffio d'annata sul battiscopa...- I social network e i blog sono censurati (ecco perché pubblico questo post solo ora).- Gli scorbutici dipendenti dell'hotel riescono a diventare ancor più scorbutici quando chiedo se posso avere una cartina della città. Ovviamente, oltre a essere trattato come un mendicante, non riesco a procurarmene una.- Fuori dalla metro e dentro la notte sono improvvisamente raggiunto da una zaffata terribile...potrebbero essere rifiuti, forse liquido di scolo o anche escrementi, ma dopo alcuni secondi mi ricordo quell'odore: è tofu puzzolente, cibo sorprendentemente commestibile!- Il personale dell'hotel alza la magnitudo della propria scontrosità fino al livello tre quando chiedo dov'è lo sportello bancomat più vicino...la risposta è: "Nel piazzale!" Sfortunatamente il piazzale della stazione di Guangzhou è uno degli esempi di architettura urbana più complessi al mondo...è come se mi avessero risposto: "Da qualche parte là fuori, non troppo lontano e non troppo vicino..."- Quegli sportelli bancomat possono esserti utili con una miriade di funzioni e servizi, tranne distribuire contante, ovviamente.- Un gruppo di ragazze aspetta la metro sull'area riservata ai passeggeri che scendono. Non hanno tutti i torti però, dal momento che riescono a salire a bordo prima dei passeggeri che attendevano sull'area riservata all'ingresso.- Vicino alla stazione ferroviaria di Guangzhou est c'è un ponte pedonale: è chiuso. Peccato che uno se ne accorga quando ormai è in cima, dopo aver scalato qualche decina si scalini.- Un riccone a bordo di una bella macchina straniera entra in una zona pedonale e comincia a suonare il clacson affinché la gente si tolga dai piedi. Il più grosso ha la precedenza: lo sanno tutti...in Cina, si intende.

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