Benvenuto novembre, fatto di foglie colorate ormai stanche, di alberi che si spogliano senza pudore, e senza poterci fare nulla, nelle ghiacce brume.


Benvenuto novembre, mese di pioggerelline fredde e piogge torrenziali, di mani che cominciano a gelarsi e piedi che non riescono più a scaldarsi, di piumini tirati fuori dagli armadi, di coperte accatastate sul letto, le corte dita di lana aperte a ventaglio per meglio scaldarci…


Benvenuto novembre, lungo mese prima di dicembre, che non ne hai il sapore festivo e ti trascini, lento, come una marcia funebre, ma ci permetti di prendercela ancora con calma, prima del delirio festivo.

Benvenuto novembre, mese della poca luce, e dei tramonti inesistenti, e della lunga notte odorosa di candele e umidità, di tisane e thè caldi, di lunghi bagni in vasca (chi ce l’ha) e di cortissime, saltellanti docce (mortacci vostri…).



Benvenuto novembre, mese del ricordo e della nostalgia, mese del buio in fondo al tunnel e della riflessività, dei caldi maglioni di lana da cui farci abbracciare, in mancanza di buoni amici con cui chiacchierare, mese dei cappotti e delle giacche pesanti da cui farci accompagnare per strada, nelle nostre faccende quotidiane, e nelle fredde sere fuori.



Benvenuto novembre, e che brume, piogge e freddo ci siano lievi (o mitigati dai giusti capi).






