di Riccardo Milani
con Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Giuseppe Fiorello
Italia 2013
genere, commedia
durata, 100
Girato con passo televisivo da Riccardo Milani “Benvenuto Presidente!” mette in campo lo spirito del tempo riassumendolo nel contrasto tra l’umanità ed il senso di giustizia del protagonista con la corruzione e l’ambiguità della classe dirigente sintetizzata dal trio di lestofanti incaricati di ostacolarne l'ascesa. Una dialettica che ingloba la vulgata della tribuna politica contemporanea, accentuata dal senso comico di un attore come Bisio, sempre pronto a buttarla in burla con frizzi e lazzi da slapstick comedy,e con una serie di indubbie trovate come quella di proporre due attori d’antan come Gianni Cavina ed Omero Antonutti, ingaggiati per il ruolo di grandi vecchi del business politico, oppure di rappresentare i cosiddetti “poteri forti”, quelli che reggono le file del paese, con un consesso di personaggi del mondo cinematografico, dal critico Gianni Dondolino a Steve Della Casa presidente della film commission che sponsorizza il film, ai registi Lina Wertmuller e Pupi Avati, intenti a mangiare – simboleggerà il magna magna dei nostri anni?- ed a dare ultimatum agli autori del pasticcio elettorale. Ma ci vorrebbe un regista grillino per trasformare il film in qualcosa di più di un semplice divertissment, perché se Milani è anche bravo ad incasellare i motivi del dissenso ed a ricostruirli non facendo mancare nulla alla storia, dai servizi segreti deviati alla teoria del fango presa in prestito da Saviano, è anche vero che alla fine a prevalere non è l’aspetto pubblico della questione ma quello privato relativo al personaggio, con la storia focalizzata più sui dilemmi amicali ed amorosi di Giuseppe che sulle sue responsabilità presidenziali. Ed anche l'aria sessantottina, con la presenza di una mamma pasionaria interpretata da Piera Degli Esposti e con lo spirito del Che racchiuso nel pugno chiuso che accompagna la canzone a lui dedicata, è più il frutto di una nostalgia estemporanea che di una dichiarazione d’intenti cinematografici. Da qui il conformismo ed il policamente corretto che affievolisce i propositi evocati in premessa. Un limite che colloca "Benvenuto Presidente!" nella fascia dei film piacevolemente innoqui.