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Beppe Fiorello: Io “Penso che un sogno così…”

Creato il 17 novembre 2014 da Dfalcicchio

Beppe Fiorello

Beppe Fiorello in una foto di scena, Ufficio Stampa Teatro Manzoni

“Ho sempre avuto il desiderio di raccontare un pezzo della mia vita e di mio padre, in particolare, che ci ha cresciuti a suon di canzoni napoletane classiche, serenate siciliane e l’immancabile Modugno.”.

E’ così che esordisce, durante l’intervista con FlipMagazine, Beppe Fiorello in occasione della prima del suo spettacolo “Penso che un giorno così…” in programma al Teatro Manzoni di Milano, fino al 30 Novembre.

Le vive vibrazioni dei ricordi d’infanzia, il legame viscerale con un padre presente ed esemplare e le emozioni di aneddoti e personaggi, Fiorello riesce a trasmetterle al suo pubblico con la forza delle note del celebre cantautorepugliese, come chi scrive – Domenico Modugno.

Con una straordinaria preparazione musicale, Fiorello con i testi scritti insieme a Vittorio Moroni e la regia di Giampiero Solari, impreziosisce ulteriormente la scena con l’arrangiamento dal vivo di due musicisti e proiezioni di foto e video di archivio.

Il protagonista dello spettacolo ci svela:

“Questo spettacolo nasce molto tempo prima della fiction Rai Volare e non vuole essere una imitazione del grande artista, ma anzi un viaggio indimenticabile. Ho preparato il personaggio leggendo di lui, incontrando le persone che lo hanno conosciuto e che hanno vissuto passaggi della sua carriera e della sua vita privata, poi…ho lasciato spazio alla mia immaginazione.”.

Così Fiorello – saltellando fra i ricordi di lui da bimbo, del papà e di Modugno – coinvolge, in un excursus singolare, i suoi spettatori che si ritrovano a canticchiare e a battere le mani con le canzoni più note come Volare, La donna riccia oppure Vecchio Frack, dipingendo (di blu!) il profilo di un artista senza tempo e gli scorci di un’Italia  anni ’70 bella e vera, forse un po’ da riscoprire.

Eleonora Dafne Arnese

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