Pensare ad un’alleanza con il Movimento Cinque Stelle, non per il governo ma per singoli provvedimenti? Questa la proposta di Matteo Renzi.
![Beppe Grillo accoglierà la sfida di Renzi? Il segretario Matteo Renzi, neo segretario del Pd (huffingtonpost.it)](http://m2.paperblog.com/i/212/2123675/beppe-grillo-accogliera-la-sfida-di-renzi-L-4COjBV.png)
Il segretario Matteo Renzi, neo segretario del Pd (huffingtonpost.it)
A partire da una drastica riforma del Senato con un risparmi di miliardo di euro, nel caso in cui i senatori grillini fossero d’accordo, il sindaco di Firenze, e neo segretario del Pd, lancia il guanto di sfida a Beppe Grillo in una lunga intervista a “Il Fatto Quotidiano”.
Per il segretario democratico, “Grillo da solo non può far niente, perché mancano i numeri. Non è colpa sua, è la politica. Alcune battaglie, anche sacrosante, del M5S possono essere portate a termine solo se i cittadini pentastellati fanno accordi. Limitati, circoscritti, in streaming, dal notaio, in piazza, al bar, come vogliono: ma accordi. Da soli si fa testimonianza, ma non si cambia l’Italia”, mette in guardia Renzi. “Per i parlamentari Cinque Stelle il 2014 sarà l’anno chiave, quello in cui devono decidere se cambiare forma mentis – sottolinea il sindaco di Firenze – ci sono quelli che credono alle scie chimiche e ai microchip nel cervello, e questi fanno ridere, ma sta anche nascendo un gruppo dirigente molto interessante”.
“Se però si limitano a protestare – incalza – il massimo che possono fare è rinunciare al finanziamento pubblico per 42 milioni. Un atto di grande efficacia mediatica, ma per l’appunto soltanto 42 milioni”. Renzi non sconfessa quanto fatto finora dai pentastellati: “La vecchia guarda dei nostri li ha trattati come dei parvenu della politica, quasi incapaci di intendere e di volere. Io non la penso così: molti di loro stanno imparando il mestiere. Su alcuni temi hanno fatto cose giuste, sul Milleproroghe, sugli affitti d’oro della Camera. Ma le loro posizioni – rimarca – sono passate solo perché qualcuno del Pd ha deciso che bisognava andare in quella direzione, in altri casi l’iniziativa è stata nostra, come per bloccare l’emendamento sulle slot machine”. Dunque di “accordi seri, trasparenti, alla luce del sole, non si può fare a meno”.
Renzi, infine, chiede al Governo Letta di portare in Europa la richiesta di sforamento del 3% nel rapporto deficit/Pil. Dice Renzi: il vincolo è “anacronistico”, e “se all’Europa proponi un deciso cambio delle regole del gioco, a partire dalle riforme costituzionali, con un risparmio dei costi della politica da un miliardo di euro che non è solo simbolico, un Job Act capace di creare interesse negli investitori internazionali, fai vedere che riparti da scuola, cultura e sociale, allora in Europa ti applaudono anche se sfori il 3%. L’Europa ha bisogno di un’Italia viva”.
Fin qui il rispetto del 3% è stato un “must” per il Governo Letta. Ma la posizione di Renzi non sembra dare grandi margini al Presidente del Consiglio e dunque l’Esecutivo è di nuovo destinato a ballare nei prossimi giorni, in vista della redazione del “Patto di programma”. Certo è che, in vista delle elezioni europee e della presidenza italiana del semestre Ue che scatta il prossimo primo luglio, il futuro economico italiano ed europeo sarà una grande scommessa.
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