Anthony Faiola, un giornalista del Washington Post, ha intervistato a Parma il leader del Movimento 5 Stelle, cercando di fare il punto sulla situazione politica italiana e sull'impatto di un partito come quello dei grillini sulla credibilità in Europa del nostro Paese
Il giornalista del Washington Post Anthony Faiola ha intervistato a Parma il leader del Movimento 5 Stelle, raccontando il “fenomeno Beppe Grillo” da un punto di vista completamente esterno.
Somiglia a Jerry Garcia, scherza come Jon Stewart e dice che il mondo non ha nulla da temere dall’uomo più divertente d’Italia. Allora perché l’Europa trema per questo terremoto politico chiamato Beppe Grillo?
Per rispondere a questa domanda, basta vedere come l’ex comico-ora-diventato-politico governi questa antica città [Parma, ndA] conosciuta in tutto il mondo per le sue forme di Parmigiano, per il prosciutto, e ora per essere diventata l’epicentro della “rivoluzione Grillo”. A quattro mesi dalla vittoria elettorale del Movimento 5 Stelle, Grillo parla da una delle piazze cittadine e pronuncia un’invettiva senza pause contro “le forze” che stanno cercando di distruggere la società italiana.
L’anno scorso, i sondaggi vedevano il Movimento di Grillo sotto al 4%. Ma nel momento in cui ha colmato il vuoto politico, sondaggi più recenti hanno rivelato che almeno un italiano su cinque supporta l’M5S, piazzandolo subito dopo i due maggiori partiti politici del Paese. Grillo ha condotto la sua rivoluzione di piazza in piazza, in tutto il Paese, creando un inevitabile paragone con Benito Mussolini. Ma Grillo, il cui messaggio tende più verso sinistra, sembra somigliare di più al liberale americano Michael Moore, e dice che chi lo accusa di essere l’eco del Duce non sta afferrando il punto della situazione:
Mi chiamano populista, ci chiamano nazisti, mi chiamano Hitler ma non capiscono. Quello che sta succedendo è che il bostro movimento sta riempiendo uno spazio vuoto, un po’ come i nazisti fecero in Germania o come [Marine] Le Pen sta facendo in Francia. Ma non siamo niente di tutto questo. Siamo gente moderata, l’unica cosa di sinistra che stia tra l’italia e i veri estremisti.
In una nazione come l’Italia che, a differenza della Grecia, è considerata troppo grande per fallire, Monti è stato salutato come il salvatore dell’Europa, con le sue misure di austerity volte a rassicurare gli investitori e a salvare Roma dal collasso.
Grillo ha chiesto un referendum sull’euro e il suo messaggio anti austerity l’ha messo sullo stesso piano degli altri leader populisti de’Europa, inclusi Le Pen in Francia, Stronach in Austria e Geert Wilders nei Paesi Bassi. Ma nonostante in pochi – Grillo compreso – pensassero che il pungente comico riuscisse davvero a raggiungere un incarico così importante, i politici ammettono che tutto è possibile nel clima attuale.
Massimo Franco, giornalista politico del Corriere della Sera spiega:
Grillo rappresenta una specie di incontro tra l’estrema destra e l’estrema sinistra. È un termometro per misurare la febbre dell’Italia e il successo di un demagogo come lui potrebbe mandare un messaggio sbagliato ai nostri alleati in Europa: che la credibilità e il sacrificio non siano più nell’agenda italiana.
Dopo aver raggiunto la fama prima come comico e poi come blogger (con una portata di 200.000 contatti ogni giorno), il Movimento di Grillo ha segnato la sua più grande vittoria lo scorso maggio, comquistando la poltrona di sindaco a Parma. La vittoria è arrivata nonostante la decisione di rifiutare i finanziamenti statali al partito, finanziando la campagna elettorale con una raccolta fondi e con i soldi di Grillo in persona.
Pizzarotti sarà anche sindaco, ma Grillo è la star: la sua popolarità crescente e il forte scetticismo sull’euro stanno creando un certo nervosismo nell’establishment politico dell’Europa. Il mese scorso, durante una visita in Italia, il presidente di turno del Parlamento Europeo, Martin Schulz ha dichiarato che “È pericoloso quando un comico diventa politico, più di quando i politici vanno a vedere uno spettacolo comico”.
In un’intervista, Grillo si è definito “portavoce” e non “leader” di un movimento di pensiero libero. Ma ci sono anche fatti che lo accusano di non tollerare nessun tipo di dissenso nei confronti della propria leadership. Giovanni Favia, 31 anni, consigliere regionale dell’M5S è stato al centro di una recente bufera dopo certe sue dichiarazioni in cui lamentava la totale mancanza di libertà e indipendenza all’interno del Movimento. Grillo ha tagliato i ponti con Favia e quest’ultimo ha dichiarato di aver ricevuto minacce di morte dai seguaci del movimenti, inclusa una arrivata a mezzo Facebook in cui gli si diceva che gli avrebbero tagliato la gola in pubblico.
Ma nonostante questo, Favia continua a vedere Grillo come l’unico vericolo di un reale cambiamento per l’Italia:
È l’unico abbastanza coraggioso per rompere con i vecchi partiti: una figura come Beppe Grillo è necessaria se l’Italia vuole diventare un posto diverso.
1 ottobre 2012 - Fonte: magazine.liquida.itPublished by: http://cuba-italia.blogspot.com