Beppe Grillo - Il programma del Movimento 5 Stelle: ENERGIA [2/7]

Creato il 17 novembre 2010 da Tnepd


Come riempire una lunga e calda serata primaverile*? Leggendo e commentando il programma politico con cui Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo si presenta agli elettori, ecco come! In quanti lo conoscono veramente? Boh. Lo stesso puo’ dirsi del programma del PD, del PDL, di Fli e di qualsiasi altro partito italiano. Da qualche parte bisogna cominciare... cominciamo dai “grillini”.
Il programma e’ originariamente diviso in sette parti: Stato e Cittadini, Energia, Informazione, Economia, Trasporti, Salute, Istruzione che qui su TNEPD corrispondono ad altrettanti post. Il programma e’ riportato nella sua integrita’ (mi sono permesso un paio di correzioni di errori di battitura...). I temi sono variegati e le proposte numerose. I miei commenti sono in rosso e, ben inteso, non hanno la velleita’ d’essere definitivi. I commenti sono preceduti da un SI, da un NO o da un NON SO.
La discussione e’ aperta.
* nell’emisfero australe a novembre e’ primavera
ENERGIA
Se venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più. Dal 2002 la legge tedesca, e più di recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo consentito nel riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio italiano. Utilizzando l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde a un consumo non superiore a 5 litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato all’anno. Nel riscaldamento degli ambienti, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve articolarsi nei seguenti punti:
- Applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici SI, se migliora la situazione. Mi preoccupa pero’ l’abitudine diffusa a prendere le direttive europee come oro colato.
- Definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti SI, mi pare il minimo.
- Riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti SI, se non si puo’ fare di piu’...
- Agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava SI, mi chiedo: ci sono controindicazioni? Le banche hanno bisogno di agevolazioni? La bonta’ dell’investimento non e’ sufficiente se il risparmio energetico e’ garantito?
- Elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini, come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei NON SO, non conosco la normativa ma in quanto europea parto un poco prevenuto...
Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del 55/60%. La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si spreca, è inconcepibile. Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali). Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi impianti di generazione elettrica. Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve articolarsi nei seguenti punti:
- Potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti SI, ovvio.
- Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie con processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi ecc. NO, basta fonti fossili, basta. Chiudiamola li’ col carbone, col petrolio, con la torba, coi biodiesel e via discorrendo. Sole e vento, vento e sole! E che non se ne parli piu’!
- Estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 Kw SI, non si butta nulla, condivisione delle risorse, d’accordissimo.
- Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote SI, per la prima parte della proposta ma non afferro la questione delle ore vuote.
- Applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi comportano SI, ovvio, fa parte del protocollo.
- Eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili SI, ma questi rifiuti vanno prima di tutto ridotti – nessuno lo insegna a Beppe Grillo ed ai suoi amati sindaci riciclatori ma a mio parere si dovrebbe spingere di piu’ sulla riduzione dei consumi, sulla decrescita per intenderci – e comunque i rifiuti, tanti o pochi che siano vanno smaltiti. Bruciarli per creare energia, se non diventa un alibi, mi pare la soluzione migliore.
- Legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò NO, basta con questi biocombustibili. Avete idea della tragedia sociale ed ambientale che ne deriva? Milioni di ettari di foresta africana sono stati e saranno spazzati via dalle coltivazioni destinate alla produzione di jatropha ed altri vegetali da cui si estraggono biocombustibili. Coltivare per mangiare, questa deve essere la regola, altro che biocombustibili.
- Incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale NO, non vorrei ripetermi... sono convinto che, con un po’ di buona volonta’, si puo’ produrre una quantita’ d’energia spropositata col vento (soprattutto) e con il sole. Ho letto recentemente di un sistema geniale che qualcuno sta mettendo a punto proprio in Italia, a Torino se non erro. Abolite le pale, da qualche anno a questa parte l’idea e’ quella di spedire in cielo ad un chilometro d’altezza una specie d’aquilone legato ad un cavo. Questo aquilone, mosso dal vento, vibra e dondola senza pace. Nella pratica ogni movimento – stiamo parlando di movimenti fortissimi provocati da venti fortissimi su un’ala grande come quella di un aereo - tende e allenta il cavo migliaia, milioni di volte al giorno. Il cavo e’ collegato ad un mulinello, una sorta di dinamo che trasforma tutta quest’energia cinetica in energia elettrica. Il tutto nel silenzio piu’ assoluto. Mica male rispetto ad una centrale a fissione nucleare e molto meglio anche di un bruciatore di alberi o di una piscina di merda di vacca... rendiamo alla Terra cio’ che e’ della Terra.
- Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici SI, ecco appunto, grandi vasche di letame, credo si parli di questo. Come per i rifiuti, anche per la cacca mi pare che farne biogas e fertilizzante naturale sia il miglior uso.
Il programma del Movimento 5 Stelle:
STATO E CITTADINI – ENERGIA – INFORMAZIONE ECONOMIA - TRASPORTI  - SALUTE  - ISTRUZIONE


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