Scritto da: Ivan Lagrosa 7 febbraio 2014 in Attualità, Cronaca, News, Politica Inserisci un commento
Il 10 dicembre dello scorso anno, sul blog di Beppe Grillo era apparso un post dal titolo “Lettera aperta ai responsabili delle forze dell’Ordine”.
Eravamo, in quel periodo, nel pieno della protesta cosiddetta dei forconi e durante una manifestazione molto violenta a Torino, davanti al palazzo della Regione, i poliziotti si erano tolti il casco in segno di solidarietà con i manifestanti sostengono alcuni, per stemperare la tensione sostengono altri.
Qualche giorno dopo quel gesto, dalle pagine di Repubblica, uno dei poliziotti che si era tolto il casco, aveva sostenuto che quel gesto non era stato assolutamente fatto per solidarizzare con quelle persone violente, ma, dal momento che la rivolta era terminata, era logico che i poliziotti si fossero tolti il casco, come accade sempre in quelle circostanze.
Ebbene, Beppe Grillo dal suo blog, attraverso il post sopra citato, strumentalizzando quel gesto, aveva invece chiesto a tutte le forze dell’ordine di schierarsi con i manifestanti: “Mi rivolgo a voi che avete la responsabilità della sicurezza del Paese. Questo è un appello per l’Italia. I disordini di ieri in tutta Italia sono per la maggior parte dovuti a gente esasperata per le sue condizioni di vita e per l’arroganza, la sordità, il menefreghismo di una classe politica che non rinuncia ad alcun privilegio, tesa soltanto a perpetuare sé stessa”.
Grillo continuava dicendo che quello di togliersi il casco “è stato un grande gesto e spero che per non vi siano conseguenze disciplinari. Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’Ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l’Italia cambierà”.
Quel gesto non ha avuto conseguenze disciplinari per i poliziotti ma questo post sta invece avendo conseguenze giudiziarie per Beppe Grillo. La procura di Genova ha infatti iscritto nel registro degli indagati, a seguito di un esposto del parlamentare e coordinatore dei giovani del Pd Fausto Raciti, il leader del M5S per “istigazione di militari a disobbedire alle leggi“, secondo l’articolo 266 del Codice Penale.
Questo reato prevede pene da uno a tre anni che possono però salire fino a cinque se il reato viene commesso in pubblico.
Dopo la pubblicazione della notizia da parte dei media, la procura di Genova è intervenuta nella vicenda per specificare che “Grillo non è indagato a Genova ma da altre procure”.
Il Procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce ha affermato che “sono arrivati numerosi atti da diverse procure” e che la sua procura sta ”valutando i singoli fascicoli che riguardano gli stessi fatti e che possono riguardare anche il blog e le mail oltre alla lettera aperta”.
Le altre procure a cui si fa riferimento sono quelle di Roma, Bergamo e Teramo, i cui fascicoli sono ora giunti a Genova per competenza territoriale.
Vedremo quali saranno gli sviluppi di questa vicenda.
Nel frattempo, sempre oggi, la procura di Torino, nell’ambito del processo riguardante una manifestazione No Tav, ha chiesto la condanna di Beppe Grillo per aver violato i sigilli di una baita abusiva che nel 2010 era stata posta sotto sequestro. Questa baita divenne il simbolo dell’occupazione No Tav in Val Susa. Ora però Grillo e altri venti imputati rischiano tra i sei e i diciotto mesi di carcere e multe da 150 a 900 euro.
Fonte | Repubblica.it
Beppe Grillo Forconi M5S News 2014-02-07