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Beppe Orlandi

Creato il 29 agosto 2011 da Marvigar4
Beppe Orlandi

  

   In vista della terza serata della terza disfida poetica organizzata dall’Associazione Culturale “Cesare Viviani” di Lucca, che si terrà domani sera alle 21.00 presso la Fortezza Vecchia a Livorno, mi sembra giusto ricordare uno dei più grandi testimoni del dialetto livornese, Giuseppe Giovanni Pietro Orlandi, in arte Beppe, nato a Montenero (LI) nel 1898 (non sono riuscito a trovare la data della scomparsa…). Beppe Orlandi appartiene a quella straordinaria tradizione espressiva labronica che ha avuto modo di segnare il Novecento, soprattutto in ambito teatrale. Non è facile trovare materiale su questo importante lascito culturale, personalmente ricorro ai ricordi materni, livornese D.O.C. di Via Ernesto Rossi, che vide gli spettacoli di Orlandi quand’era ragazzina, commedie come Gli sfollati o La ribotta a Montinero, o agli sforzi encomiabili di chi, come Ermanno Volterrani [1], sta facendo una ricerca complessa e puntigliosa di tutto ciò che rimane nella memoria o nei pochi documenti reperibili. Su YouTube sono stati pubblicati brani tratti da vecchi 45 giri registrati da Orlandi, per il resto abbiamo fotografie (come nel caso del blog di Gianni Stampa http://giannistampa.myblog.it/) e qualche testimonianza personale (nell’attesa di scoprire, magari, dei documenti filmati nascosti in chissà quali case o archivi). Beppe Orlandi, anima caustica, vero rappresentante di un umorismo livornese ancora non dedito al facile turpiloquio o ai riferimenti monomaniaci al sesso, confezionava battute, sketch a volontà prendendo spunto da circostanze minime come da eventi ben più grandi (la vita quotidiana, i mestieri, la guerra, la fame, la condizione femminile). Anche la stessa cadenza fonetica aveva un che di nobile, raffinato, non c’era quella scurrilità che caratterizza molte esternazioni attuali (che confondono sempre ciò che è importante con ciò che è impressionante, calcando così la mano e facendo uso di parolacce e toni beceri). Beppe Orlandi era uomo di popolo e il popolo lo conosceva bene (mia madre mi ricorda che uno dei suoi attori lavorava come commesso in un negozio di pelletterie in Via del Giglio), però in tutta la sua carriera non ha mai trasmesso un’immagine semplicistica e volgare del popolo, offrendo invece un profilo alto delle persone più umili, della loro dignità, della loro capacità di affrontare i problemi con uno spirito ironico pregiatissimo. Forse è questa “raffinatezza” che fa di Beppe Orlandi un esempio lontano nel tempo da restituire ai nostri poveri e sguaiati giorni…

M.V.G.

[1] vedasi http://evolt.myblog.it/ e Ermanno Volterrani, La mia amica triglia, Erasmo Edizioni, Livorno 2010, pp. 53-56.



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