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Beppe Severgnini: rete e democrazie digitali

Creato il 19 maggio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

L’occasione è la presentazione del libro di Vincenzo Latronico: “la Mentalità dell’Alveare”. Nel romanzo si immagina un futuro italiano in cui è internet il canale unico di esercizio della politica, la quale  viene esercitata senza mediazione e con un’accessibilità sin troppo elementare, che finirà per creare polveroni e fraintendimenti. Ospiti d’onore: Sergio Romano, ambasciatore della Nato a Mosca e Beppe Severgnini, giornalista ed editorialista presso il Corriere della Sera, entrambi scrittori.
Il tema centrale è chiaramente la rete, con tutte gli spunti che il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ha messo sotto i riflettori della cronaca italiana.

Superato l’entusiasmo iniziale dell’opinione pubblica è necessario fare i conti con le applicazioni positive e negative intrinseche ad ogni strumento: secondo l’ambasciatore Romano anche internet non sfugge a questa ambivalenza. La comunicazione tramite la rete è immediata ma proprio per questo inadatta alla riflessione, all’elaborazione dei dati ottenuti. Appena letto un argomento è possibile commentare, diffondere, approvare e disapprovare, ma proprio questa immediatezza allontana l’utente dall’analisi della notizia, che spesso richiede del tempo per essere compresa e valutata con la cura necessaria per maturare un’opinione.

Beppe Severgnini, rete, democrazia digitale, internet, Salone del Libro, Torino, Sergio Romano

Beppe Sevegnini prende in esame l’argomento “democrazia diretta”, ricordando che il significato di un’elezione è il delegare l’esercizio dell’amministrazione e la propria fiducia ad un candidato. Qualora venga richiesto, per ogni singolo passaggio amministrativo, un voto su internet da parte della popolazione, viene meno la funzione di elezione e rappresentanza della politica. La stessa estremizzazione del fenomeno di democrazia diretta rischia di rallentare lo stesso meccanismo istituzionale. Lo scrittore ricorre all’esempio di una squadra di calcio, che una volta scelto un allenatore deve ascoltare il parere dei tifosi prima di effettuare ogni schieramento in campo e prima di ogni sostituzione durante una partita. Pur prendendo le distanze dalle derive di questo genere, l’uso di internet per alcuni tipi di votazione è un’ipotesi che non dispiace a Severgnini, auspicando un futuro ruolo di internet nella vita politica italiana, anche se moderato.

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La stessa sovraesposizione dell’informazione su internet rischia di causare blocchi e rallentamenti degli ingranaggi della politica. La totale trasposizione dell’esercizio della politica su internet, tramite consultazioni , assemblee di partito in streaming è valutata negativamente, in quanto rimuove persino quella minima percentuale di segretezza necessaria alla pianificazione di una strategia o prospettiva diplomatica. La trasparenza massima della rete, secondo i relatori, è preferibile nella pubblicazione di rendiconti e bilanci di spesa. A sostengo di questa tesi viene citato l’esempio di Wikileaks, in cui la pubblicazione di numerosi file secretati della diplomazia internazionale ha creato una empasse nelle istituzioni di mezzo occidente.

Al termine della conferenza Beppe Severgnini ha risposto ad alcune domande per Retrò Online.L’autore, al Salone del Libro, ha presentato il suo nuovo lavoro: “Italiani di domani. 8 porte sul futuro“. In cui propone otto visioni per il nostro paese e otto piccoli suggerimenti, le cosidette “otto T”: Talento Tenacia Tempismo Tolleranza Totem Tenerezza Terra Testa. Domandandogli a quali italiani questo libro è pensanto il suo invito è per “tutti coloro che hanno un’età con almeno due cifre”. I giovani, gli adolescenti, ma anche i trentenni di oggi sono le persone invitate con più calore a prendere in esempio queste 8 massime.

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Approfittando del suo punto di vista di invitato all’estero, maturato grazie ad esperienze come il corrispondente da Washington, è venuto spontaneo domandare quali siano i pregi che l’Italia dovrebbe prendere in esempio da America o Inghilterra nel rapportarsi alla politica. Secondo il giornalista mancano indignazione  e memoria all’elettorato italiano. All’estero l’opinione pubblica tende a ricordare i peccati della politica e a lamentarsi di fronte a gravi mancanze o disonestà. Quella che viene definita “la memoria del pesce rosso, che dura 4 secondi”, finisce soltanto per favorire chi del potere politico ne fa un uso “poco onesto”, favorendo “l’eterno ritorno” di alcune figure che rimangono sempre in scena a prescindere dai loro risultati, contando sui voti di un elettorato molto incline all’oblio.

Articolo di Francesco Dovis. 

Riprese e montaggio video di Olga Anna Furchì.


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