Bergoglio fra Teologia della Liberazione e moderazione.

Creato il 09 ottobre 2013 da Ilnazionale @ilNazionale

9 OTTOBRE – Un tema importante quello dei poveri e dell’uguaglianza economica. E, non meno rilevante, quello dei migranti. Tutto il mondo ha visto con stupore le immagini di Papa Francesco fra i migranti, intento a far loro visita e a dialogare. Tale desiderio, forse, può essere il risultato di una storia personale e missionaria estremamente ricca in questo senso.

È bene ricordare la straordinaria lungimiranza con la quale Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, si scontrò apertamente contro le lobby politiche ed economiche che avevano trascinato l’Argentina nella crisi che tutti ancora ricordano. Durante questi anni, l’ex arcivescovo aveva avuto parole dure contro coloro che non erano in grado di risollevare il Paese. L’attuale pontefice è cresciuto, infatti, a pieno contatto con uno dei movimenti religiosi più controversi della nostra epoca, vale a dire la Teologia della Liberazione. Questo movimento, sorto nel 1968 in seguito alla riunione del Consiglio Episcopale Latinoamericano, tentò di interpretare la figura di Cristo come un liberatore che, nei casi estremi, giustificava la violenza contro i soprusi e le ingiustizie. Un argomento, come si capirà, estremamente controverso, che lasciò forti perplessità su come agire anche nel Vaticano. Un movimento che coinvolse, più o meno, l’intero Sud America e che spaventò senza dubbio le classi politiche ed economiche più influenti. L’esito della Teologia della Liberazione fu certamente tragico: rivolte armate, scontri, uccisioni, fra cui quella di alcuni sacerdoti. Di fronte a questo movimento, le correnti tradizionaliste e conservatrici della Chiesa si indignarono per l’errata interpretazione che veniva data alle Sacre Scritture ma ci furono anche alcune correnti, o addirittura singoli individui di particolare rilevante, che si trovarono scissi fra una parziale accettazione delle idee rivoluzionarie dei teologi della Liberazione e l’interpretazione millenaria più tradizionalista della Chiesa di Roma. Bergoglio ebbe parte attiva all’interno di questa disputa, rifacendosi alla moderazione e opponendosi in ogni occasione, in particolare durante la Conferenza Episcopale Latinoamericana, alle posizioni più estreme del movimento. Tuttavia, è noto ormai che durante la dittatura argentina, Bergoglio aiutò molti perseguitati religiosi, offrendo loro asilo e favorendo talvolta la loro fuga dal Paese. Se non si è formalmente schierato dalla parte della Teologia della Liberazione, si è comunque sempre adoperato per combattere le ingiustizie sociali, non temendo lo scontro.

Anche oggi, come sovrano della Chiesa Cattolica, Bergoglio sta continuando questa linea, una linea che ha già stupito per la forza e la franchezza con cui il pontefice si esprime nei confronti di questioni non solo teologiche, ma anche concrete ed economiche. Questioni che, oggi più che mai, sono quelle che maggiormente preoccupano l’intero pianeta e non soltanto l’Europa. 

Enrico Cipriani

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