Non so per quale motivo di preciso, chissà?, ma in questi giorni, in queste ore, mi è ritornato in mente, bello come era forse ancor di più, un vecchio racconto che avevo scritto tre anni fa. Eccolo qui di nuovo. Piuttosto attuale, credo. Le ultime ore di SilvioSe ne sta con la canna diuna semiautomatica calibro 8 puntata alla tempia, a guardare le lancette mentrescandiscono ore minuti secondi per sempre perduti. Non gli piace propriostarsene lì con le mani in mano (si fa per dire, visto che in mano c'ha unapistola).Ci sono persone che vannoa fare la spesa al supermercato e alla cassa devono fare una lunga coda.Persone che dal medico e all’aeroporto siedono in una sala ad aspettare perore. Persone che fissano gli orologi senza fare nulla. Persone che passano lavita in una lista d’attesa.Per lui è la prima volta.Non ricorda quando e se ha mai fatto la spesa. Il dottore ce l’ha sempre avutopersonale. Il jet privato parte a un suo fischio e gli orologi li guarda soloper sapere quando è ora di chiudere un colloquio che dura da troppo tempo e glista facendo scemare l’attenzione.Eppure se ne sta lì sedutosu una poltrona rossa imbambolato a guardare quelle lentissime lancette che fannotic-tac tic-tac come la canzone di Madonna o quella di Gwen Stefani. Per la prima volta in vita sua èindeciso. Non sa che cosa fare.“Basta solo che lo fai.”I dubbi gli alitano sulcollo.“Fallo senza pensarci.Come hai sempre fatto.”L’ambizione lo fa appariregraziosamente brutto, mentre fuori sta scoppiando la rivoluzione.“Le cose andranno meglio,dopo che l’avrai fatto.”Essere cancellato dallafaccia della Terra ma restare impresso nei libri di Storia.“Proprio così: tu saraiStoria.”Andare con la mente inposti in cui non era mai stato prima. In posti in cui nemmeno un jet privatosarebbe potuto arrivare.“Allora, non hai ancoradeciso? Guarda che stanno venendo a prenderti. Sono già qui fuori.”Organizzare il grandeaddio. Doveva organizzare almeno il grande addio. Essere sicuro che nessunoavrebbe potuto rovinare il suo ricordo.“La storia ti brama. Tuttii più grandi ti stanno aspettando, lassù. Non vedono l’ora di averti nel loroclub esclusivo.”Riflettere un momento.Ripensare a un modo per apparire ancora più memorabile e potente. Una statua!Ma certo, erigere una statua di dimensioni mastodontiche (non a scala reale, perché se no sarebbe stata troppo piccola) che ne riportasseintatte le sue fattezze in tutti i secoli dei secoli, amen. “Eccola, la parolinagiusta: amen. I dubbi, quelli lasciali ai perdenti. Tu sai sempre cosa fare,anche ora. Basta indecisioni.”E allora il colpo parteall’interno della canna. Lacera la carne. Rimbomba per tutto il salone. Sulmuro si forma una chiazza di sangue. Si domanda se qualcuno la pulirà o seinvece la lasceranno lì per farla vedere agli studenti in visita guidata.Fermi un attimo. C’è qualcosadi strano se con i suoi stessi occhi vede questa grossa macchia di sanguecolare sul muro e se si sente ancora così maledettamente vivo?“Cristo Santo! Non hafunzionato… Ricarica e ritenta, sarai più fortunato.”Un altro colpo esplodeBANG stavolta fa pure eco BAAANG per il salone BAAAAAAANG ed ecco comparireun’altra macchia di sangue sul muro.Ma anche stavolta, nienteda fare. In fondo l’aveva sempre sospettato e adesso ne aveva la prova certa.“Sei immortale. Siamoimmortali. Vedremo la muraglia cinese venire giù, i vampiri morire uno ad unocosì come tutte le persone intorno a noi. Alla fine ne rimarrà solo uno, e nonsarai tu, Christopher Lambert. Sarò io. Saremo noi.”Sicuro di sé per la nondel tutto inaspettata ma comunque piacevole scoperta appena fatta, si togliefinalmente la canna della calibro 8 dalla tempia e avvicina il telefonoall’orecchio. Chiama gli addetti alle pulizie extracomunitari, chè quelle chiazze rosse non sipossono proprio vedere, non si possono.Tempo tracorsotrentaseisecondi ed eccoli lì in salone a pulire quelle macchie di sangue dalmuro senza fare domande.“Non bisognanecessariamente essere morti, per entrare nella Storia. Tu sei vivo. Noi, noisiamo vivi. Questo è un nuovo giorno, questo è un nuovo inizio. Abbiamo ancoratanto da fare.”Le macchie sono totalmentesparite. Non vi è più alcuna traccia di quello che è capitato lì dentro. Iragazzi delle pulizie hanno fatto un buon lavoro. E bravi gli extracomunitari. Il muro è tornato ad essereimmacolato, perché questo è un nuovo giorno, questo è un nuovo inizio.“E adesso via, versol’infinito e oltre.” That's all, folks?
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